VITERBO – La paura è il sentimento istintivo di apprensione derivante da una situazione, persona, o oggetto, che rappresenta una minaccia esterna, che sia essa reale o percepita. La risposta del sistema nervoso autonomo del cane lo prepara istintivamente per il congelamento, la lotta o la fuga. La paura persistente ed eccessiva derivante uno stimolo specifico, nei cani al pari dell’uomo, viene definita fobia.
Questa si può manifestare di sovente in presenza di un fattore scatenante, come ad esempio un temporale e, anche nei cani, persino la memoria di esso, è sufficiente per generare una risposta fobica. Solitamente le fobie più comuni sono di norma associate appunto con i rumori violenti (come temporali o fuochi d’artificio). Alcuni cani cadono nel panico più totale quando sono rinchiusi all’interno di una gabbia, la claustrofobia non è certo una esclusiva dell’uomo, in quel caso il livello di pericolosità aumenta notevolmente, il cane potrebbe svenire, ferirsi da solo o per merito di gesti inconsulti e persino morire d’infarto. Assolutamente da evitare quindi la punizione per un comportamento correlato a questo tipo di paura ed anche il tentativo di imporre la gabbia a tutti i costi. I medesimi comportamenti si riscontrano spesso anche con l’abbandono, seppur temporaneo, in un ambiente totalmente buio. Da studi specifici che ho avuto modo di osservare, la paura profonda nei cani (la cosiddetta paura idiopatica) è stata associata prevalentemente soltanto ad alcune razze, tra le quali spiccano il Siberian Husky, Pointer Shorthaired tedesco, Greyhound, Chesapeake Bay Retriever, Bovaro del Bernese, Grandi Pirenei, Border Collie, e barboncino standard, in quest’ultimo sembra addirittura che ci sia una forte componente familiare, e la probabile influenza genetica.
La maggior parte delle paure fobiche, si sviluppano al momento della comparsa della maturità sociale, che va dai 12 ai 36 mesi di età, mentre le ansie patologiche si manifestano prevalentemente nella sua vecchiaia, dove, l’insorgenza dell’ansia da separazione e di altre cause, possono essere una variante del declino nel pensiero e della memoria classica dei cani anziani.
Sintomi e tipi di ansia dei cani
• i classici sintomi di una lieve paura possono includere: tremore, coda nascosta, ritiro, propensione a nascondersi, ridotta attività e comportamenti di fuga passivi
• Panico: i segni possono includere comportamento frenetico, fuga improvvisa e una maggiore attività motoria potenzialmente dannosa per se stesso.
• per quanto riguarda le fobie, si può arrivare addirittura a gesti inconsulti dettati dal sistema nervoso autonomo, tra cui la diarrea e le automutilazioni.
Una accurata visita veterinaria potrebbe comunque individuare facilmente quelle che potrebbero essere le cause del comportamento scorretto, tra le quali potrebbero facilmente comparire anche anomalie del cervello o malattie della tiroide. Un comportamento eccessivamente pavido potrebbe anche essere originato da una sostanza tossica, come il piombo. Gli esami del sangue potranno escludere o confermare una tale possibilità.
Esistono certamente farmaci che possono essere somministrati ai cani per aiutarli a combattere le loro ansie e fobie, ma andrebbero, ad onor del vero, utilizzati solo come ultima risorsa in casi gravi ed irrisolvibili, perchè, il più delle volte, il nostro cane potrebbe soltanto avere bisogno di vivere in un ambiente protetto, con il minor numero di fattori di stress sociali possibili e magari di una maggiore tranquillità.
Talvolta per reprimere una paura/fobia, è necessario soltanto provocare artificialmente le situazioni scatenanti e poi, giocosamente rasserenare il cane premiandolo per non aver avuto paura, incoraggiando quindi la sua calma e non rinforzando la sua innata reazione di paura.
Per prevenire comunque molte delle problematiche sopra esposte, è sempre bene esporre i cani ad una varietà di situazioni sociali e ambientali quando sono ancora cuccioli (almeno fino alle 14 settimane di età) per diminuire la probabilità di comportamenti estremamente fobici e paurosi, i cani che non sono esposti a quanto sopra, infatti, risultano statisticamente molto più esposti a rischi.