L’Isis vieta la presenza dei gatti dalle case dello Stato Islamico e ha dato il via allo stermino di tutti i mici presenti a Mosul. Al Sumaria riporta che «L’organizzazione ha emesso una fatwa – un decreto di legge islamica – contro la presenza dei gatti all’interno delle case di MosuI», la più grande città occupata dall’Isis.
Tutti i residenti sono stati avvertiti di non violare la legge e di non opporsi alla ricerca dei gatti da parte dei soldati del Califfato, che hanno avuto l’ordine di requisirli e ucciderli. Secondo quando scritto sul decreto, i gatti andrebbero «contro la visione, l’ideologia e le credenze» jihadiste. E il gruppo terroristico ha quindi vietato ogni tipo di allevamento e cura di questo animale.
Una legge in controtendenza con l’Islam, che considera i gatti animali puri e persino benedetti. Celebre è infatti la storia di Maometto e della gatta Muezza: un giorno si addormentò nella sulla veste e, arrivata l’ora della preghiera, il profeta preferì tagliare la stoffa piuttosto che svegliarla.
Il divieto rappresenta una sorpresa anche dal punto di vista militare, dal momento che in questi anni i gattini hanno giocato un ruolo chiave nella presenza sui social dell’Isis. Molti soldati hanno dimostrato calore e sensibilità verso i cuccioli in immagini e video pubblicati sulle loro pagine Facebook. Altri sono stati utilizzati per la propaganda e attirare giovani reclute, con immagini choccanti che vedono i mici dormire vicino a bombe a mano e cinture esplosive.
La nuova legge promette di non fare sconti a nessuno. A emettere la Fatwa è stato un comitato centrale dello Stato Islamico composto da esponenti religiosi influenti e militari del gruppo terroristico. Ma anche se non arrivano conferme su quello che sta succedendo nella città irachena, pare sia scontato l’esito di questi primi giorni di editto.
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