Chi ha ucciso Lucky maltrattava anche la moglie e i figli, era un cane (pardon era per dire e le parole spesso offendono). Non si fa male ad un cane, perchè il cane è indifeso con l’uomo ed è vile abusare di chi dipende da te. Io ho un gatto, si chiama Bullo, è un tipo, tra i gatti, sbruffone, ma con me no. Mi aspetta ogni mattina davanti l’uscio di casa, sul corrimano della scale e ronfa appena mi vede. Si fida e potrei fare ogni cosa contro di lui, ma siamo amici anche se lui non dimentica mai di essere un gatto e mi tradisce con polpette e crocchette, e quando è tempo di gattine mi fila meno. Siamo diversi io e lui, a grandezze invertite io e lui sappiamo che farebbe di me un sol boccone, lui è animale io cristiano. Ma non ce ne vogliamo per le reciproche differenze. Ecco chi, umano, tradisce questo patto di libertà con il gatto o con il cane, è infame e non è umano, per questo non mi meraviglio che chi ha ucciso Lucky sia inumano anche con i suoi “affetti”. Perchè è questo il punto, non sa amare e quindi non vive. Non sa scambiare e scambiare è dialogare non imporre. Metto il mio gatto sull’albero, lui si rifà le unghie e sbatte con la capoccia contro la mia, ronfa, salta di ramo in ramo, poi torna e di nuovo capocciata. Passa una lucertola e mi lascia in asso, tornerà ma lui è così, come io lo lascio spesso ma il patto è che torniamo. Credo che questo sia la cosa da fare, rispettarsi nelle diversità delle creature. Badate il mio gatto è un assassino, io sono predatore la differenza non è in questo è nella crudeltà, nel rompere il reciproco patto sul rispetto della zampa nella mano.
Gli animali si amano da animali: “i cano teta fa i cano”, si dice dalle mie parti e lui, come il gatto, rispetterà gl’omo che “teta fa gl’omo” no gl’infame.