Venerdì, 29 Luglio 2016 10:23
La presenza del virus della Lumpy Skin Disease è stata confermata in Bulgaria, Macedonia, Serbia, Kosovo, Albania e Montenegro, oltreché in Grecia, primo paese europeo in cui la malattia è stata notificata lo scorso agosto 2015. Uno scenario che porta la Direzione Generale della Sanità Animale a “richiamare l’attenzione dei veterinari sia pubblici, sia liberi professionisti, nonché degli operatori del settore zootecnico, affinché venga posta particolare attenzione al rilievo di qualsiasi quadro sintomatologico riconducibile alla malattia”.
La nota, a firma del Direttore Generale Silvio Borrello, è stata inoltrata oggi a tutti i soggetti coinvolti nella sorveglianza, raccomandando “la tempestiva segnalazione” all’Ufficio 3 della Direzione Generale e al Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l’accertamento delle Malattie Esotiche (CESME) “di qualsiasi sospetto ascrivibile alla malattia, nonché l’intensificazione dei controlli inerenti le movimentazioni dei capi sensibili dai territori limitrofi alle zone attualmente interessate dalla malattia, con particolare riferimento ai punti di ingresso del territorio nazionale, preso atto che le norme vigenti vietano la movimentazione dei capi provenienti dalle zone di restrizione, ancorché vaccinati”.
In arrivo nuove misure sanitarie- La Direzione ministeriale terrà informati gli addetti ai lavori sugli sviluppi in campo scientifico ed epidemiologico della malattia e sulle eventuali disposizioni della Commissione Europea. La stessa DGSAF è in procinto di emanare specifiche misure sanitarie, dopo gli incontri tecnici ed istituzionali già programmati per i prossimi giorni.
La Lumpy Skin Disease, o dermatite nodulare contagiosa dei bovini è una malattia virale (genere Capripoxvirus, famiglia Poxviridae), non a carattere zoonosico, sottoposta ad obbligo di denuncia, che colpisce i bovini, ed è caratterizzata da lesioni cutanee. Negli allevamenti colpiti è responsabile di gravi perdite economiche in conseguenza della diminuzione della produzione di latte, aborti e disturbi della fertilità.
A seguito dell’infezione gli animali sviluppano una reazione febbrile della durata di 4/14 giorni durante i quali possono manifestarsi aumentata salivazione, scolo nasale, lacrimazione ed eventuali congiuntiviti. E’ importante sottolineare che un animale è in grado di trasmettere il virus 4 giorni dopo aver contratto l’infezione.
Nel 40-50% degli animali infetti, si sviluppa il quadro sintomatologico tipico caratterizzato dall’eruzione delle caratteristiche lesioni cutanee noduliformi. I noduli, più o meno numerosi, appaiono distribuiti sulla cute di tutto il corpo con particolare frequenza nelle regioni della testa, del collo, delle mammelle e del perineo. Le dimensioni dei noduli sono, sullo stesso animale, di solito uniformi e variano da un diametro di 0,5-5 cm e uno spessore di 1-2 mm coinvolgendo sia la cute che il sottocute. Sono ben circoscritti, non fluttuanti, tondi e rilevati. In numerosi casi i noduli possono confluire a creare una placca irregolarmente circoscritta. Dopo alcuni giorni una linea circolare scura di necrosi appare intorno alla lesione. Tale centro può profondamente ulcerarsi ed evidenziare del tessuto di granulazione.
Ulteriori sintomi descritti: edema agli arti, ipofertilità/aborto nelle femmine e orchite nei tori.
Il virus è trasmesso prevalentemente da vettori meccanici (zanzare, mosche e zecche), ma non è esclusa la possibilità di una trasmissione diretta tra animali. Sono in corso trial sperimentali per chiarire la possibile trasmissione attraverso il latte, l’acqua, i mangimi, le pelli e ed il seme contaminati.