Leggevo che Italo si è accordato con la Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente acciocché vengano emessi biglietti omaggio per i cani di media e grossa taglia, come già avveniva per quelli più piccoli. L’azienda ferroviaria si è dunque adeguata alla comune tendenza a equiparare cani e figli: meritoriamente, infatti, da tempo Italo fa viaggiare gratis bambini di piccola e grossa taglia, in braccio quelli fino a trentasei mesi e con un sedile di fianco all’adulto quelli fino ai tredici anni d’età.
Oltre che diffusa quest’equiparazione è inevitabile, se si ragiona in termini di prospettive reciproche: se il cane è il miglior amico dell’uomo, ne deriva che l’uomo debba essere il miglior amico del cane. La prossima volta che dovrò prendere un treno, pertanto, l’ipotesi di ritrovarmi con viaggiatori accompagnati a costo zero da un dodicenne che gioca rumorosamente con lo smartphone e da un quadrupede più grande di me mi farà propendere per stare a casa e non essere amico di nessuno.
Leggevo anche (d’estate abbondano le notizie animalier) che in Austria un assessore vuol proibire il consumo della carne kosher, onde diminuire le sofferenze degli animali, ma propone di concedere una dispensa a chi deve consumarla per norme religiose: gli ebrei, quindi, che per andare dal macellaio dovranno iscriversi a un apposito registro. Ora, senza voler approfondire l’ampia tradizione germanofona di schedatura degli ebrei, mi ha colpito come l’assessore abbia giustificato l’ideona con la necessità, se si vuol essere animalisti, di assumere il punto di vista degli animali. Non avrei saputo dirlo meglio.