Avrà inizio il 1° maggio 2018 la prima campagna di sensibilizzazione e prevenzione contro l’ipertensione felina, insidiosa patologia che nei gatti – come negli esseri umani – può danneggiare diversi organi interni senza manifestarsi con segni clinici evidenti e per questo chiamata “killer silenzioso”. Il Mese dell’Ipertensione Felina, che si svolgerà nel mese di maggio quando ricorre anche la Giornata dell’Ipertensione umana (il 17 maggio), ha lo scopo di diffondere la conoscenza della malattia tra i proprietari di gatti esortandoli a sottoporre i propri animali agli opportuni controlli soprattutto nella fascia di età maggiormente a rischio.
Protagonista della campagna, promossa da Ceva Salute Animale in collaborazione con l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI), è Amodeus, un simpatico gatto che anima il sito della campagna con le sue avventure (e disavventure) legate all’ipertensione. Sulla sito web si trovano i video di Amodeus alle prese con l’ipertensione, informazioni utili sulla patologia e l’elenco dei Medici Veterinari aderenti al Mese dell’Ipertensione Felina presso i quali informarsi e/o effettuare un controllo.
“Nei gatti, l’ipertensione sistemica può causare gravi danni ad organi bersaglio quali occhi, reni, cuore e sistema nervoso” osserva il Dr. Marco Melosi, Medico Veterinario e Presidente di ANMVI. “Sfortunatamente, è una condizione che si sviluppa in modo insidioso senza segni clinici precoci per i proprietari di gatti. Il gatto sembra stare perfettamente fino a che non gli si misura la pressione o si verificano i danni da ipertensione.”
Gli studi hanno rilevato che almeno 1 gatto su 6 oltre i 7 anni d’età può soffrirne e, se il gatto soffre di insufficienza renale cronica o di ipertiroidismo, il rischio diventa più alto con 1 gatto su 3 che potrebbe sviluppare anche ipertensione. La cecità improvvisa è una comune conseguenza dell’ipertensione: gli studi mostrano che dal 40% al 70% dei gatti ipertesi sviluppa cecità. “L’elevata pressione all’interno dell’occhio può causare il distacco della retina che porta alla perdita completa della vista” spiega il Dr. Melosi. “Molto spesso il proprietario coglie i segnali della patologia in uno stadio avanzato, ovvero quando il gatto comincia ad urtare contro gli oggetti.”
La prevenzione è fondamentale perché aiuta a diagnosticare l’ipertensione in uno stadio precoce prevenendo i danni, per lo più irreversibili, agli organi bersaglio, ovvero occhi, reni, cuore e sistema nervoso. “Ad oggi la misurazione della pressione non fa parte della visita di routine ma è auspicabile che lo diventi, soprattutto per quei soggetti che per età o per patologie predisponenti sono a maggior rischio” osserva il Dr. Melosi. “Solo attraverso un accurato lavoro di prevenzione si possono evitare i danni causati dall’ipertensione”.
La misurazione della pressione è una procedura che il Veterinario può praticare in modo semplice, veloce e non invasivo. “Oggi la tecnologia ci fornisce strumenti estremamente precisi, veloci e soprattutto non invasivi. La maggior parte dei gatti tollera molto bene la procedura senza agitarsi” spiega il Dr. Marco Poggi, Medico Veterinario che si occupa di cardiologia e medicina interna. “La misurazione avviene attraverso l’applicazione di un piccolo manicotto insufflabile sulla zampa o sulla coda: la pressione viene rilevata istantaneamente.”
“La misurazione della pressione almeno una volta all’anno è raccomandata nei gatti di oltre 7 anni d’età come parte delle visite di controllo periodiche” sottolinea il Dr. Poggi. Se viene diagnosticata la patologia, il Veterinario potrà prescrivere una terapia efficace e sicura poiché si tratta di una condizione che, come in medicina umana, è possibile tenere sotto controllo.
“Un recente studio ha dimostrato che un sorprendente 74% di proprietari di gatti non ha mai sentito parlare di ipertensione del gatto” osserva Alessia Crippa, Medico Veterinario e Product Manager di Ceva Salute Animale. “Ceva Salute Animale è impegnata anche nella divulgazione di corrette informazioni su problematiche poco conosciute e a fronte di questi dati abbiamo sentito, insieme ad ANMVI, la necessità di avviare una campagna di sensibilizzazione”.