Maranello, 3 agosto 2018 – No all’allestimento di un database fotografico sul recupero delle carcasse dei gatti per consentirne il riconoscimento da parte dei proprietari. A stabilirlo è stato nei giorni scorsi il Comune di Maranello rispetto alla richiesta presentata dal consigliere Luca Barbolini e promossa dal Movimento animalista Lav Modena assieme ad altre 11 associazioni del territorio.
L’idea era quella di attivare un database fotografico sul recupero delle carcasse dei gatti da parte di Hera (azienda con cui il Comune ha un contratto per il recupero e lo smaltimento). “Ad oggi infatti – spiegano le associazioni animaliste – i padroni dei gatti, una volta che l’ animale scompare, non riescono a sapere se il proprio gatto è morto investito o si è solo perso, poiché non c’è alcun archivio che indichi la zona e la descrizione dell’animale recuperato”.
Fino a che non si riuscirà ad introdurre l’obbligo di microchip a tutti gli animali da compagnia, il consigliere Barbolini, su suggerimento del Movimento animalista di Modena, ha proposto al Comune di introdurre nel contratto con Hera, tutte le volte che si recuperi una carcassa di un animale morto, l’obbligo di verificare la presenza di microchip (molti gatti, nonostante non esista un obbligo di legge, ne sono provvisti e registrati su http://www.anagrafenazionalefelina.it/) e di fare foto della carcassa corredata di luogo (indirizzo e comune) e data del recupero.
La proposta però è stata appunto respinta dall’amministrazione comunale. L’assessore all’Ambiente Mariaelena Mililli ha risposto che la legge non prevede un archivio fotografico e quindi non è necessario, mentre per quanto riguarda la lettura dei microchip, “visto che per i gatti non è obbligatorio non siamo tenuti a chiederlo ad Hera”. Una motivazione “sconfortante” l’ha definita il coordinatore provinciale del Movimento anlmalista Silvia Pacher: “Avevamo elaborato una proposta che, a costo zero per il Comune e per Hera, avrebbe fatto una grande differenza per i padroni di gatti che hanno perso il loro animale e non sanno che fine possa avere fatto”.
g.a.