Guardare un gatto è come guardare il fuoco: si rimane sempre incantati.
(Giorgio Celli)
I gatti sono curiosi e complessi, addomesticati ma selvaggi, riservati, premurosi, affettuosi o lunatici. Ci appaiono misteriosi ed eleganti, giocherelloni e teneri, dolci micini o feroci cacciatori, compagni dell’uomo da millenni, spesso ispiratori di opere e di stile di vita, ma sempre fieri della propria indipendenza…
Proprietà terapeutiche dei gatti
Ben più che un luogo comune sono le proprietà terapeutiche dei gatti.
Foto Geldi Bedin
Il gatto è dotato di una sensibilità particolare, riesce a entrare in sintonia con l’uomo, comprenderne lo stato d’animo e agire di conseguenza. Accarezzare un gatto, fa sentire meglio e libera delle endorfine che agiscono positivamente sul nostro cervello, soprattutto quando siamo un po’ giù di morale.
Poteri magici dei gatti
Il gatto sembra essere dotato di una sensibilità speciale, che va oltre quella dei cinque sensi e che gli permette di intuire cose che sfuggono alla nostra percezione ed è per questo motivo che, mitologia e leggende a parte, una lunga tradizione di pensiero assegna al gatto poteri magici quali la capacità di avvertire le calamità naturali prima dell’uomo. Molte persone hanno dichiarato di essere stati avvertiti dai propri gatti dell’arrivo di un terremoto, altri invece sostengono che i loro gatti hanno la capacità di accorgersi di “presenze” immateriali, naturali o sovrannaturali che siano.
I gatti e l’arte.
Dov’è la luna? Opera di Cristina Cancellara (2015). Quadro: Tecnica mista su legno
Paul Klee, pittore tedesco che ha lasciato un’impronta profonda nell’arte della prima metà dello scorso secolo, amava moltissimo i gatti, che lo hanno accompagnato nella vita, suggellando importanti fasi della sua esistenza. Di questi gatti Paul Klee, scrive, parla, racconta, ma soprattutto reca testimonianza attraverso le sue tele, ritraendoli con il suo personalissimo stile.
Bimbo è il gatto bianco d’angora che vive con Klee negli ultimi 10 anni della sua vita. Non a caso Klee lo percepisce come l’angelo della morte, colui che lo accompagnerà nel viaggio verso l’aldilà, una figura evocativa e carica di simboli che affondano nella mitologia egizia. Questo ultimo gatto sarà definito dallo stesso Klee come il “gatto cosmico”, il custode della soglia, colui che si trova nella zona di confine tra l’esistente e il non esistente, che ha accesso e che dà accesso alla trascendenza.
Proprio nella valenza simbolica di cui la figura del gatto si carica nell’immaginario di Klee, c’è un’analogia con la funzione che il pittore assegna all’arte: quella cioè di non riprodurre semplicemente il reale, ma di dare forma all’impercettibile e di rendere visibile anche ciò che visibile non è.
Chat ti amo. Opera di Cristina Cancellara (2013). Quadro: Tecnica mista su legno
Anche nei momenti più bui gli scrittori rimasero i migliori alleati dei gatti, condividendo con loro una vita solitaria e tranquilla. Fedeli fino in fondo all’amore per il loro compagno felino furono, il Petrarca, che fece incidere sulla lapide del suo gatto la frase “Sono stato la più grande passione, seconda solo a Laura”, e il saggista francese dei XVI secolo Michel de Montaigne, che scrisse: “Quando gioco con la mia gatta, chi può dire se si diverte più lei a scherzare con me o io a giocare con lei?”. E questo rapporto è proseguito per intere generazioni. Keats, Tennyson, Hardy, Twain, Kipling e Colette amarono molto i gatti e scrissero di loro con amore. Nessuno che abbia assistito alle strabilianti evoluzioni di un gatto comune potrà sorprendersi sapendo che un uomo “duro” come Ernest Hemingway fosse un vero amante dei gatti.
Esaminando il racconto intitolato Il gatto nero di Edgar A. Poe, si può scorgere un ruolo erotico-simbolico del gatto.
Molti animali hanno una loro costellazione che brilla in cielo di notte. I gatti no. Ai gatti bastano i loro occhi lucenti per illuminare il cammino. (Mary S. Emilson)
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