ll gatto firma tutti i propri pensieri con la coda.
(Ramon Gomez de la Serna)
Quando la Felinità fa rima con la femminilità
«Sforzatevi di capire i gatti e capirete anche le donne». Così recita un proverbio cinese difficile da contraddire… Entrambi creature mutevoli, talvolta lunatiche, misteriose e affascinanti, donne e gatti sanno comunicare con lunghi silenzi e profondi sguardi quello che sentono.
Sia il gatto che la donna sanno essere dolci, avere movenze aggraziate ed eleganti e, all’occorrenza, possono sfoderare gli artigli. La scrittrice Colette diceva che donne e gatti si somigliano perché «entrambi possono essere costretti a fare solo ciò che vogliono fare».
La gatta fu utilizzata come simbolo di libertà anche durante la Rivoluzione francese. C’è al museo del Louvre un’incisione in rame del 1793 di Jacques-Louis intitolata Constitution francaise in cui è rappresentata una donna con un giogo rovesciato e una catena spezzata e ai suoi piedi c’è una gatta in atteggiamento domestico (la coda è appoggiata sulle zampe anteriori).
Oltre al connubio tra donne e felini esiste un grande legame esoterico dal punto di vista della mitologia e della religione che ha sempre caratterizzato il rapporto tra uomo e gatto.
L‘Inquisizione decise di estirpare le religioni pagane con la bolla di papa Innocenzo III e molte persone innocenti furono torturate e assassinate. L’Inquisizione aveva addirittura un libro da consultare, il Malleus Maleficarum, pubblicato per la prima volta nel 1486. Insieme alle Streghe furono bruciati circa otto milioni di Gatti, perché considerati bestie del demonio, probabilmente fu anche questo oltre ad altri motivi a fare in modo che le pestilenze che si scatenarono su tutta l’Europa fossero inarrestabili. L’ultimo gatto giustiziato in Inghilterra per stregoneria morì nel 1712.
Nei tempi passati, sorsero in alcuni paesi europei superstizioni di ogni genere relative ai gatti. Nel medioevo questi animali erano associati a ogni sorta di malefici e diavolerie, considerati indivisibili compagni di streghe e fattucchiere, sempre implicati in tutto ciò che sapeva di magia.
Durante la caccia alle streghe erano presi di mira soprattutto i gatti neri, che tuttora sono circondati da un’aura di superstizione. Negli Stati Uniti un gatto nero che attraversa la strada si ritiene porti sfortuna, ma in Inghilterra vale l’opposto: i guai sono passati senza sfiorarli, quindi è segno di buona fortuna.
Il Gatto magico dagli Egizi alla mitologia.
Nell’ antico Egitto il gatto era ritenuto animale sacro e divino, infatti, alla loro morte venivano imbalsamati e sepolti con ogni onore. Nei dintorni di Tebe e a Menfi, sono stati trovati dei cimiteri di gatti contenenti circa duecentomila mummie.
Presso gli Egizi, l’uccisione del gatto era punita più severamente di quella di qualsiasi altro animale, chi uccideva un gatto era sempre criminale, e tale crimine si espiava solo col supplizio.
Ma quando un gatto moriva naturalmente, dice Erodoto, le persone della casa piangevano il lutto come se fosse scomparso un membro della famiglia e veniva imbalsamato e degnamente seppellito.
Gli Egizi lo chiamavano Myou, e lo onoravano in parecchie regioni, ma principalmente a Bubastis, città del Basso Egitto dove si adorava una divinità femminile chiamata Bastet, la dea avente corpo di donna e testa di gatto, simbolo della vita e della fecondità.
Bastet era una dea potente strettamente collegata a Ra, il dio del sole. I gatti vagavano in un tempio in pietra costruito in suo onore e i fedeli studiavano il loro comportamento per trarne auspici e segni della dea stessa. In vita i gatti erano molto amati, nella morte erano pianti. Se moriva il gatto di casa, tutta la famiglia egizia si rasava le sopracciglia.
Foto: Gelci Bedin
Nel Libro dei Morti egizio, Myou il gatto, combatte contro Apophis, il serpente pitone della palude, simbolo delle forze malvage. Si affermava infine che il gatto possedesse nove anime, e godesse di nove vite successive.
Nella mitologia nordica Freya, la dea del sole, dell’amore, della fertilità, viaggiava su un carro di fuoco trainato da due gatti. I contadini per avere la benedizione di Freya mettevano per i gatti randagi ciotole con del latte. Era anche la dea degli innamorati: Freya era la compagna di Odino. Friday (venerdì) è il giorno di Freya ed era il giorno più propizio per i matrimoni. La presenza dei gatti alle nozze era considerata di buon auspicio…
La musica e i gatti sono un ottimo rifugio dalle miserie della vita. (Albert Schweitzer)
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