“Qui giace Dash, lo spaniel preferito di Sua Maestà la Regina Vittoria, nel suo decimo anno. Il suo attaccamento era senza egoismo, la sua giocosità senza malizia, la sua fedeltà senza inganno”. È questo l’epitaffio che ricorda Dash, uno dei cani preferiti dalla Sovrana d’Inghilterra. Riposa nel Windsor Great Park, una meravigliosa area di 9.000 acri, un tempo riservata alla caccia personale del Monarca, punteggiata di laghi, cascate, passeggiate cerimoniali, rovine romane e incantevoli giardini. Non poteva esserci forse luogo più bello che la Regina potesse scegliere per conservare i resti di quella creatura che amava così tanto.
L’amore per i cani della Regina Vittoria ispirò i pittori reali del tempo che non mancarono di ritrarli nelle raffigurazioni realizzate a Corte. I suoi diari sono pieni di riferimenti che li riguardano, in ogni momento della vita. C’era un cane con lei, nel Palazzo di Kensington, quando era una piccola Principessa, c’era un cane accanto a lei nella sua camera da letto mentre spirava a Osborne nel 1901.
La Regina e il suo amato Principe Alberto fecero molto per rendere i cani popolari come animali domestici nelle case d’Inghilterra. Come scrive la storica Giulia Guazzaloca nel suo recente “Primo: non maltrattare”, è all’Inghilterra vittoriana che bisogna guardare per rintracciare le origini della sensibilità animalista e della mobilitazione in difesa degli animali. Sua Maestà patrocinò nel 1840 la Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals, la prima società protezionista della storia.
L’allora Principessa Vittoria ricevette il suo adorato King Charles spaniel Dash nel 1833 e nei suoi diari, il nome del cane, compare molte volte scritto con lettere maiuscole. La Regina possedeva una varietà di cani tra cui bassotti, collie e carlini in aggiunta ad un centinaio di esemplari alloggiati nel canile reale. Quando fu incoronata, all’età di diciannove anni, dopo cena, volle occuparsi personalmente del bagno al suo cane preferito, prima di ritirarsi e andare a riposare più tardi del solito.
Nella notte del 22 gennaio del 1901, prima di morire dopo un regno di 63 anni, 7 mesi e 2 giorni, chiese a chi le era intorno: “Ora potrei avere Turi?”. Era uno Spitz di Pomerania, che amò in modo speciale sino agli ultimi momenti della sua vita. A Turi era permesso viaggiare nella sua carrozza ed essere fotografato sulle ginocchia della Sovrana. Non ci è dato sapere come proseguì la vita di Turi. Probabilmente fece ritorno a Windsor assieme al corpo della sua adorata padrona.