Trattiamo un argomento sempre attuale come il morso di vipera nel cane. Situazione non frequente ma drammatica e di difficile gestione nel momento della sua comparsa. Il problema del morso da vipere interessa tutti i cani, sia quelli da lavoro che quelli da compagnia, che frequentano le zone alpine e prealpine.
In Italia su 8 specie presenti soltanto due risultano velenose: la vipera comune (Vispera Aspis) e il marasso (Vipera berus), diffusi soprattutto nella fascia alpina e nella parte occidentale della Giura.
In realtà le vipere sono animali piuttosto rari e, pertanto, protetti dalla legge sebbene in alcune aree risultino numerose; sono attive da Febbraio ad Ottobre, prediligono luoghi soleggiati e tendono a ripararsi negli anfratti (cataste di legno, materiali da costruzione, muri a secco, ecc.
.) o nelle fenditure del terreno. Con clima molto piovoso e umido o, all’opposto, decisamente caldo e secco, sono solite rimanere nascoste.
Differenziare un serpente velenoso da uno innocuo è meno difficile di quanto si pensa, purché si abbia la freddezza e la cautela di osservarlo, in sicurezza. In linea generale si può procedere così:
Il veleno delle vipere europee ha un effetto prevalentemente emolitico (distruzione dei globuli rossi) con conseguenti emorragie nella zona della morsicatura (macchie rosso- bluastre).
I sintomi principali, conseguenti a morso di vipera, sono:
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vivo dolore e veloce comparsa di gonfiore nell’area morsa oltre al segno dei due denti: col passare delle ore diffusione del colorito rosso-bluastro nella zona circostante
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a mezz’ora/un’ora dal morso, iniziano sintomi generali quali stanchezza, sonnolenza, perdita d’equilibrio,respiro accelerato e affannoso fino a calo pressorio brusco e stato di shock
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stanchezza, sonnolenza e perdita di equilibrio
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raramente diarrea e vomito emorragico
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urine rossastre, in casi avanzati
Nel momento in cui il cane viene morso bisogna cercare di impedirgli di muoversi ed immobilizzare la parte, perché l’attività fisica accelera la diffusione del veleno a livello circolatorio. Se il cane è stato morso ad una zampa, la prima cosa da fare è applicare una fasciatura leggermente compressiva, a monte della parte colpita ovvero alcuni centimetri sopra al punto morsicato. Lo scopo è quello di rallentare il circolo sanguigno, ma NON DI BLOCCARLO: fare quindi in modo che possa passare un dito tra la fasciatura e la pelle del cane , evitando di lasciarla per più di due ore.
I vecchi testi consigliavano di disinfettare al meglio la zona interessata e, dopo aver individuato i due fori, praticare una lieve incisione che li unisca per far fuoriuscire il sangue misto a veleno. Tale pratica è tutt’altro che scevra da inconvenienti e il nostro consiglio è quello di cercare , il più in fretta possibile un veterinario per instaurare le prime cure.
Durante il tragitto è necessario avvisare il Medico Veterinario del proprio arrivo indicando chiaramente che si tratta di un morso di vipera; vista la non frequenza di questo problema si può accennare al Medico Veterinario di consultare questo link per notizie fresche sul trattamento:
La terapia:
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fluidoterapia (soluzione fisiologica 20- 50 ml/kg/h) necessaria a limitare i rischi di collasso cardio-circolatorio e a sostenere la funzionalità epatica e renale;
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antibiotico ad ampio spettro (ad esempio amoxicillina e ac.clavulanico 12,5 – 25 mg/kg ogni 12 ore);
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farmaci antinfiammatori steroidei (prednisolone 1- 2 mg/kg ogni 24 h);
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siero antiofidico: il suo utilizzo è piuttosto discusso per la sua potenziale pericolosità (può indurre shock anafilattico dal momento che si tratta di siero eterologo), inoltre è al momento molto difficile da reperire ed il suo utilizzo è limitato all’ambito ospedaliero. Il siero antivipera veniva prodotto soprattutto nei territori dell’ex Jugoslavia da cavalli immunizzati con il morso di vipera, ma dopo gli sconvolgimenti sociali e politici che hanno attraversato quelle regioni la sua produzione si è drasticamente ridotta.
Se l’intervento medico è rapido ci sono buone possibilità che il paziente superi la prima fase critica dell’avvelenamento: dovrà comunque essere monitorato e tenuto in terapia intensiva per almeno 72 ore dal momento che alcuni effetti a livello ematico (disordini coagulativi con rischio di emorragie) e di organo (soprattutto a carico di fegato e reni) possono presentarsi anche a distanza di diverse ore dal morso. Possono manifestarsi anche alcuni sintomi neurologici quali deficit motori o, più comunemente, solo aree di ipersensibilità nella parte colpita.
Nel periodo successivo alla fase acuta sarà cura del medico veterinario supportare e monitorare attraverso opportuni esami di laboratorio ed in particolare:
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esame emocromocitometrico;
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esame ematobiochimico (in particolare i valori di creatinina, azotemia, fosfatasi alcalina, ALT, GGT, GOT, bilirubina per valutare la funzionalità renale ed epatica che possono risultare compromessi dall’azione tossica del veleno);
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profilo coagulativo;
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esame urine (in particolare proteinuria, rapporto PT/Crea).
Infine, vi riportiamo qui di seguito il recapito dei principali centri antiveleni in Italia:
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CENTRO ANTIVELENI AZIENDA OSPEDALIERA “S.G.BATTISTA” – MOLINETTE DI TORINO CORSO A.M. DOGLIOTTI, 14 TORINO 011/6637637
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CENTRO ANTIVELENI OSPEDALE NIGUARDA CA’ GRANDA P.ZZA OSPEDALE MAGGIORE, 3 MILANO 02/66101029
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INTOSSICAZIONI ACUTE DIP.DI FARMAC.”E.MENEGHETTI” UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA LARGO E.MENEGHETTI,2 PADOVA 049/8275078
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SERVIZIO ANTIVELENI SERV.PR.SOCC.,ACCETT. E OSS. ISTITUTO SCIENTIFICO “G. GASLINI” LARGO G. GASLINI, 5 GENOVA 010/5636245
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CENTRO ANTIVELENI – U.O. TOSSICOLOGIA MEDICA AZIENZA OSPEDALIERA CAREGGI VIALE G.B. MORGAGNI, 65 FIRENZE 055/4277238
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CENTRO ANTIVELENI POLICLINICO A.GEMELLI – UNIVERSITA’ CATTOLICADEL SACRO CUORE LARGO F.VITO, 1 ROMA 06/3054343
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CENTRO ANTIVELENI – ISTITUTO DI ANESTESIOLOGIA E RIANIMAZIONE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA” VIALE DEL POLICLINICO, 155 ROMA 06/49970698
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CENTRO ANTIVELENI AZIENDA OSPEDALIERA A. CARDARELLI VIA CARDARELLI, 9 NAPOLI 081/7472870
A cura della Dott.ssa Valentina Declame
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