NATIMORTALITA’: nati morti.
Nel gatto si verifica con una media del 10%
Nel cane si verifica con una media del 10-15%
MORTALITA’ NEONATALE: nati vivi ma deceduti entro le 4 settimane di vita.
Nel cane e nel gatto si presenta con una media del 10-20% ma può arrivare fino al 40%.
MORTALITA’ PERINATALE: nati morti + nati vivi e morti successivamente.
Nel gatto oltre il 90% dei decessi neonatali avviene entro la prima settimana di età, mentre nel cane oltre il 50% si verifica entri i primi tre giorni.
La mortalità neonatale tende a ridursi all’inizio dello svezzamento per poi presentare un nuovo rialzo dopo i 42 giorni a causa di patologie infettive.
Nel gatto è stato dimostrato che il rischio di natimortalità è correlato alla razza, all’entità della figliata e alla presenza di difetti congeniti.
Nella prima settimana di età le principali cause di morte possono essere dovute a:
-espletamento del parto,
-inappropriate cure materne,
-alla presenza di difetti congeniti,
-sottopeso alla nascita,
-inadatte condizioni ambientali (temperatura, umidità, igiene, sovraffollamento),
-inadeguata alimentazione,
-isoeritrolisi neonatale,
-setticemia
La mortalità neonatale può essere imputabile a molteplici motivi e può colpire improvvisamente o dopo una fase di progressivo deterioramento delle condizioni generali, comunemente conosciuta come “sindrome del cucciolo deperito”.
Nel gattino le patologie infettive e soprattutto virali hanno un ruolo importante nella mortalità sia prima che dopo lo svezzamento.
Sebbene una certa percentuale di decessi sia da considerare inevitabile, il medico veterinario può contenere , attraverso una corretta gestione del periodo perinatale, sia la natimortalità sia la mortalità entro il limite del 20%.
A cura della dott.ssa Katiuscia Camboni
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