21 marzo 2016di CHIARA GABRIELLI
Macerata, 21 marzo 2016 – Avrebbe dato la vita per il suo cane, avrebbe fatto qualsiasi cosa, non l’avrebbe mai abbandonato. Così raccontano gli amici di Matteo Mari, chiusi nel profondo dolore per la morte del ragazzo di 31 anni (da compiere ad agosto), di Macerata, morto ieri precipitando in un burrone sui Sibillini per cercare di salvare il cane.
Diplomato al liceo scientifico Galilei di Macerata e laureato in Economia (aveva frequentato l’università ad Ancona), Mari lavorava alla Confcooperative. Lascia un fratello più piccolo e una sorella più grande. Abitava con i suoi amici in campagna, nei dintorni del capoluogo. Mari amava tantissimo i cani. Avrebbe dato la vita per il cane, non l’avrebbe mai abbandonato in una situazione di pericolo, come riferiscono gli amici. E così è stato. Insieme fino alla morte.
Era appassionato di palestra, e in particolare di muay thai, la boxe thailandese, in cui si allenava molto spesso alla palestra Popolare di Macerata. Oltre a ciò, gli piaceva fare lunghe passeggiate, portando con sé il cane, andare in montagna, stare in mezzo alla natura, stare con gli amici, compagni di casa e nello sport. E gli amici sono partiti subito ieri pomeriggio alla volta di Ascoli, appena saputa la notizia. Il corpo di Mari è stato infatti trasferito ieri in tarda serata all’obitorio dell’ospedale Mazzoni.
«Riposa in pace. Mi dispiace amico mio. Ci vediamo dall’altra parte», scrive un amico sulla pagina Facebook. Lo ricorda anche il consigliere regionale Angelo Sciapichetti: «Matteo era un ragazzo eccezionale pieno di valori, si era già fatto apprezzare per il suo lavoro di revisore della Confcooperative».
di CHIARA GABRIELLI
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