Quello che rattrista di più la famiglia di Sheeba, è che il cane è morto per colpa della crudeltà umana o per la vendetta di qualcuno che detesta gli animali. Scheeba era un pastore tedesco che viveva felice in una casa con giardino a Denton, a Manchester. Il suo migliore amico era il suo piccolo proprietario, un bambino autistico con il quale aveva un rapporto molto complice e intenso. «Trascorrevano moltissimo tempo insieme – racconta la mamma Natalie Johnson – si volevano bene».
Poi qualche settimana fa qualcuno ha improvvisamente gettato un sacchetto dentro al giardino di casa loro. Era una busta che conteneva cibo per gatti, paracetamolo, veleno per topi e fertilizzanti. Scheeba si è avvicinata, e attratta dal gusto dell’impasto ne ha ingerito il contenuto, che le è stato fatale. «Ho trovato vomito e feci di colore azzurro in casa – racconta la proprietaria, Natalie Johnson -. L’ho immediatamente portata dal veterinario, che gli ha fatto una flebo e dato degli antidolorifici». Diagnosi: il veleno aveva corroso e distrutto il suo intestino.
«Siccome nei giorni successivi lei non migliorava, e i danni agli organi avevano causato un’emorragia interna, i veterinari ci hanno detto che non c’erano possibilità di salvarla – racconta la famiglia -. Così Sheeba è stata soppressa».
Oggi il giardino è protetto da una recinzione di un metro e mezzo, ma Natalie, che ha due figli di nove e cinque anni, non si sente al sicuro perché altri cani sono stati avvelenati nella zona, a partire dal Jack Russel Cassius, morto per aver mangiato un composto tossico. Se il figlio minore di Natalie oggi non capisce cosa sia successo, ma sa che il cane non tornerà più indietro, al più grande – che è autistico ed ha trovato per primo il sacchetto con il cibo avvelenato – i genitori hanno raccontato una piccola bugia per non traumatizzarlo. «Gli abbiamo detto che è morto di vecchiaia – commenta triste la mamma -. E lui ci ha creduto».
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