28 dicembre 2017- 11:40

Roma, 28 dic. (AdnKronos Salute) – Crescere con un cane riduce del 40% la possibilità che in un bambino insorga l’asma entro i 3 anni. Ma avere un gatto in casa aumenterebbe il rischio di malattie respiratorie di ben la metà. Sono i nuovi risultati a cui è giunto uno studio condotto dalla ricercatrice italiana Silvia Colicino, dottoranda all’Imperial College di Londra, che li ha presentati al meeting della British Thoracic Society in corso nella capitale inglese. Si tratta di un lavoro svolto su 20.000 bambini di 5 fasce d’età differenti, compresi naturalmente piccoli affetti da asma. I cani, spiega l’esperta al ‘Daily Mail’, “tendono a vivere all’aperto e trasportano maggiori livelli di batteri in casa: il primo contatto dei bambini con questi animali, fino a 2 o 3 anni di età, ma soprattutto nel primo anno di vita, sembra essere quello che protegge dall’asma”. Secondo Colicino, dunque, è il fatto che i cani sono più ‘sporchi’ dei gatti a renderli uno scudo più efficace contro l’asma: i quattrozampe espongono i piccoli agli allergeni molto precocemente, contribuendo alla ‘crescita’ e alla maturazione del loro sistema immunitario.I gatti, invece, tendono a essere più puliti e anche meno ‘attaccati’ ai loro padroncini, con minor contatto fisico e dunque un ruolo secondario nell’insorgenza dell’asma. Inoltre, la pelliccia del gatto possiede dei particolari allergeni che sarebbero di per loro più a rischio di far insorgere problemi respiratori. La ricerca, infine, “ha mostrato che ci sono molti fattori che possono prevedere se i bambini già asmatici continueranno ad avere problemi respiratori entro i 20 anni. Ad esempio, un bambino con sintomi sibilanti ed eczema nella prima infanzia ha oltre il 75% in più di probabilità di sviluppare asma fino a 20 anni rispetto a un bambino affetto da sibili, ma senza eczema in età prescolare”, conclude la ricercatrice.

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