CINEMA Tutto quello che si può imparare dai gatti. E molto di più. Perché puoi essere tutto, anche un miliardario di successo e non avere capito nulla della vita. Accade nella realtà e accade nella favola “Una vita da gatto” di Barry Sonnenfeld (dal 7 dicembre in sala) con l’arrogante e piuttosto orrido businessman con la faccia di Kevin Spacey cui capita di ritrovarsi imprigionato nel corpo di un gatto dopo averlo comprato da un venditore folle e magico interpretato dal veterano Christopher Walken che i gatti li adora davvero. Lo spettatore ne vedrà di tutti i colori, per non dire che i vari, e variegati, gatti coprotagonisti del film sono irresistibili.
Persino più di Spacey, più intrigante nei panni del cattivo di turno che qui, ma lui giura di aver accettato al volo il ruolo “proprio perché per me è una grande opportunità allontanarmi da ruoli oscuri e tormentati e lavorare in una commedia, perché mi piace andare al lavoro ogni giorno e fare qualcosa di molto divertente, veloce e brillante, cioè un film che racconta cose fantastiche ma, nel contempo, molto reali”. E lo sa bene Jennifer Gardner, moglie del protagonista che commenta: «Io, sia pure in un film che è un p’’ una favola, sono una donna vera come tante, sono la povera mamma che deve fare i conti con un marito in coma, una figlia confusa e un gatto fuori di testa che si ubriaca e fa le cose più folli e inappropriate. E in tutto questo devo cercare di capire cosa diavolo stia succedendo». Come tutte le donne capirà per prima.
SILVIA DI PAOLA