Sono 90 i cani anti esplosivo a disposizione degli agenti della Polizia impegnati nella sorveglianza e nei servizi di sicurezza nelle città italiane, “ma diventeranno 105 alla fine dell’ultimo ciclo di addestramento. Rispetto agli anni passati il numero è raddoppiato”, spiega Mario Cardea, dirigente del Centro coordinamento cinofili della Polizia di Stato di Nettuno. Quattro mesi di addestramento e gli animali sono pronti ad affiancare gli agenti nel lavoro di vigilanza e ispezione dei luoghi cosìddetti `sensibili´. Con l’innalzamento del livello di allarme antiterrorismo, i cani antiesplosivo della Polizia di Stato sono i più richiesti dalle istituzioni locali. “A Milano nel mese di marzo sono state circa 100 le operazioni che hanno previsto l’utilizzo dei cani anti esplosivo – spiega Cardea – a Roma molte di più essendo la città in pieno periodo di Giubileo”. Il cane antiesplosivo ideale non ha una grande stazza, ha un carattere molto pacato e non entra mai in competizione con gli altri cani. I cani antiesplosivo sono principalmente Labrador (nella foto, un “naso” in azione) “per le loro caratteristiche peculiari: non sono aggressivi e sono calmi”, chiarisce il dirigente della polizia. Una volta che il cane trova l’esplosivo si siede e aspetta il bocconcino di premio. La loro motivazione è il cibo, quindi sono adatti animali dotati di gran fiuto e altrettanto grande voracità. “Il lavoro che facciamo è costante e richiede precisione e metodologia, anche se per il cane è un gioco”, spiega. Per avere un cane efficiente ci vogliono circa 16 settimane di lavoro, “non deve essere più piccolo di un anno e non deve avere più di di 26 mesi”. Non tutti i Labrador sono idonei, e ognuno di loro viene affidato all’agente “cercando di selezionare la persona in funzione del carattere del suo compagno a quattro zampe”. I cani sono preparati a riconoscere “tutte le gamme di esplosivo conosciute, circa dieci”. Sono in costante allenamento, per questo non vivono in casa con il loro `conduttore´ ma rimangono nei canili della polizia, “per esercitarsi tutti i giorni”. In questo periodo “hanno lavorato moltissimo. Richiesti da molte questure italiane per i sopralluoghi e la perlustrazione luoghi ritenuti `sensibili´” come aeroporti, stazioni ferroviarie, luoghi di culto o d’arte.
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