Santa Margherita Ligure – Liscia, gassata o…? Tranquilli. Su questo, il sindaco lascia libertà d’azione. Non precisa nulla, via. Certo è che l’ordinanza fresca di firma non ammette deroghe. E prevede, che a passeggio con Fido ci si vada armati pure di «bottiglia d’acqua». Rischio disidratazione? Figurarsi. Casomai, il contrario. Se il cucciolo di famiglia avesse qualche impellente bisogno – o al contrario, l’età… – chi se lo porta a spasso dovrebbe ripulire.
Ecco a che serve la bottiglietta: far sparire immantinente le tracce di plin plin – per dirla all’ex miss Italia Chiabotto – dalla pubblica via. Pena 25 euro di multa. Che un solerte 007 anti «deiezioni liquide canine», farà sborsare al proprietario del quattro zampe. E poiché il problema è tutt’altro che circoscritto – insomma, la faccenda è grave – i segugi dei segugi saranno «più d’uno». Tutti dipendenti comunali. Tutti con lo stesso compito: verificare la presenza della bottiglietta d’acqua.
Apriti cielo. E’ già partita la ribellione delle sciure. Scese sul tacco di guerra, minacciano il trasloco in blocco a St. Tropez, «dove i cani sono ben accolti per strada e nelle spiagge: tutte».
Già, perché si fa presto a obbligare turiste – e residenti – a portarsi dietro la bottiglia d’acqua. Ma di sera? In una micro borsa d’ordinanza per la cena, mica ci sta. Da qui, la rivolta delle clutch. Rintuzzata con un sospiro da Paolo Donadoni, sindaco del paese da 9900 abitanti: «Ci vuole una visione globale». Quanto alla Costa Azzurra: «Non si può fare una comparazione. Non funziona così». Scusi, ma come le è venuto in mente? «Stiamo affrontando una serie di temi. Uno per volta». E la bottiglietta per il plin plin stradale di Fido ha la priorità, chiaro. Con una precisazione: «Per chi non pulisce le deiezioni solide, scatta una multa da cento euro. Ma più che all’aspetto punitivo, siamo interessati all’aspetto didattico. Anche andando nelle scuole». Per la felicità di chi insegna matematica, che tra solidi e liquidi ha gioco facile. «Di notte, barboni e ubriachi i loro bisogni li fanno dappertutto. E non son certo quelli di un chihuahua» ruggisce Andrea Bernardin, consigliere comunale eletto con una valanga di voti ma finito in minoranza. Non l’unico, a puntare il dito su strade e muri trasformati in toilette notturne en plen air. Ma il sindaco fa spallucce: «E’ pretestuoso». Puntualizzando: «Non è che perché c’è il problema di barboni e ubriachi, si è autorizzati a far seguire l’esempio dai cani».
Tradotto: la querelle è soltanto all’inizio. E non poteva non registrare la presa di posizione di Michela Brambilla. Che, smessi i panni del ministro, è diventata la paladina degli animali. Di qualsiasi razza e taglia. E che bolla il sindaco di «involontaria comicità» col suo «tentativo di imporre educazione e buon senso».
E chissà che un inverno particolarmente rigido non inviti Donadoni a seguire l’esempio di un altro Paolo: Dosi, sindaco di Piacenza. E’ stato il primo a inventarsi la «diluizione delle deiezioni liquide». Tranne nei mesi invernali: la temperatura in picchiata potrebbe far gelare l’acqua delle bottigliette. Roba che se poi i proprietari dei cani scivolano, chiedono pure i danni al signor sindaco. A proposito: e i dog sitter? Muniti di carretto con cassette d’acqua?
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