Il Direttore generale dell’Istituto Zooprofilatico Sperimentale della Sardegna (IZS), Alberto Laddomada, replica così al sindaco di Desulo, Gigi Littarru. “Nelle circostanze in cui si trova oggi l’agro di Desulo, e altri limitrofi, – dichiara Laddomada – la probabilità di contagio negli allevamenti è elevatissima. Lo è ancora di più se non sono inoltre garantite le misure minime di sicurezza igienico sanitarie come il pascolo confinato con le doppie recinzioni o i muretti a secco alti almeno un metro e mezzo”.
Le diverse comunicazioni inviate nei giorni scorsi dalla Regione all’amministrazione comunale di Desulo, hanno tenuto a precisare dall’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana, sono frutto delle norme nazionali ed europee nate da studi e valutazioni sull’analisi di rischio della diffusione del virus.
“Il blocco della movimentazione degli animali, le indicazioni igienico sanitarie e le prescrizioni da attuare nel raggio dei 10 km dal luogo in cui è stata evidenziata la malattia – ha proseguito il direttore generale dell’IZS – non sono un intervento di sorveglianza speciale predisposto solo per Desulo. Si tratta di norme che tutti i sindaci della Sardegna, qualora si verifichino focolai di PSA, sono tenuti a rispettare in collaborazione con i servizi veterinari delle ASL e gli allevatori”.
“Se l’obiettivo dell’eradicazione della Peste suina africana è, come sono convinto, cosa condivisa – ha concluso Laddomada riferendosi a Littarru – è bene non alimentare polemiche inesistenti. Da studioso, dico che i dati e l’analisi di questi sono la base su cui lavorare, la ricerca di presunti untori rischia invece di portarci molto, troppo e pericolosamente fuori strada”.
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