Floyd è un gatto di razza, un Maine Coon. A inizio settembre del 2010, alle prime luci dell’alba, sta camminando lungo le strade di Christchurch, in Nuova Zelanda. Un improvviso boato lo sorprende in una casa del quartiere di Shirley. La terra è scossa da un terremoto, l’edificio crolla, lui rimane bloccato con terribili ferite, dimenticato sotto le macerie per più di dieci giorni.
Sono passati sette anni. La storia di Floyd, raccontata in un libro come quella di un gatto anonimo, ha finalmente il suo lieto fine: sta bene, ha trovato una nuova famiglia, le sue ferite si sono ormai rimarginate.
Siamo a Christchurch, la terza città della Nuova Zelanda, la più grande dell’Isola del Sud. Intorno alle 4 e mezza del 3 settembre 2010 è colpita da un terremoto di magnitudo 7.1, fra i peggiori della storia recente dell’isola.
Craig Bullock è un fotografo, specializzato nelle foto di animali. Ha scritto un libro – “Quake Cats”, i gatti del terremoto – dove ha raccolto le storie di tanti felini alle prese con il sisma: chi è sopravvissuto, chi non ce l’ha fatta. Fra loro c’è anche un gatto coperto da terribili ferite, abbandonato e senza un passato noto: lo definisce “il gatto sconosciuto”.
«La sua storia me l’aveva raccontata Vicki, un’allevatrice di Maine Coon – racconta Craig Bullock a Boredpanda.com – Lei l’aveva saputa dalla sua proprietaria durante una fiera. Ma prima che Vicki potesse sapere il nome del gatto e altri dettagli sul suo destino, la donna se ne era già scomparsa fra la folla».
Craig decide di mettere comunque nel libro la storia di questo “gatto sconosciuto”. Dopo dieci giorni sotto le macerie, è stato salvato da alcuni operai al lavoro nella zona. «Lo hanno trovato semicosciente e molto debole – spiega Bullock – ma è riuscito comunque a lasciarsi sfuggire un piccolo “meow”». Il gatto, in condizioni gravi, era stato portato d’urgenza in una clinica veterinaria: ma del suo destino non si sapeva più nulla.
Fino a pochi giorni fa, quando Bullock ha ricevuto una telefonata: «Sai, credo che il mio gatto sia il “gatto sconosciuto” del tuo libro», gli ha detto una donna – Melissa Heath – all’altro capo della cornetta. E così, sette anni dopo, il fotografo ha saputo il vero nome del gatto – Floyd – e quale è stato il suo destino.
«Stava male davvero, aveva perso una parte della sua gamba destra, parte del bacino era rotto e aveva terribili lesioni alla testa. Era rimasto sfigurato, con una parte del cranio schiacciata – spiega Bullock – I suoi veri proprietari, dopo averlo visitato in clinica, avevano deciso di abbandonarlo perché non volevano un gatto in quelle condizioni». Ci sono voluti mesi di cure perché Floyd si riprendesse: ha dovuto imparare di nuovo a camminare, a nutrirsi, insomma a vivere.
Dopo qualche tempo ha trovato anche la sua nuova famiglia: Melissa lo ha visto sul sito internet della clinica, si è offerta per adottarlo. Oggi Floyd – ritratto nelle foto di Bullock – sembra un gatto normale. «Ha ancora il segno delle ferite alla testa – conclude il fotografo – e non si rimargineranno mai al 100%. Però è felice e sta bene».
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