Mercoledì, 05 Ottobre 2016 17:43
Oltre 2,3 miliardi di euro di multe a carico dell’Italia e 1,34 miliardi ancora da recuperare dai produttori. L’arretrato è sostanzioso e il meccanismo di rateizzazione accordato dalle autorità italiane agli ‘splafonatori’ non ha favorito la regolarizzazione. La Commissione Europea, che dà ormai per persa una buona parte dell’importo, ha avviato la causa contro l’Italia: è la terza e ultima fase della procedura. Se l’Italia sarà condannata dovrà pagare un conto salato, una situazione che si presenta “iniqua anche nei confronti dei contribuenti italiani”, anche a detta della nostra Corte dei Conti.
L’’Italia è sotto infrazione per non aver assolto adeguatamente al proprio compito di gestione del recupero dei prelievi per la sovrapproduzione di latte. I prelievi devono essere versati dai singoli produttori che hanno “splafonato”, cioè superato le quote latte individuali. Ogni anno, dal 1995 al 2009, l’Italia ha superato la quota nazionale e lo Stato italiano ha versato alla Commissione gli importi del prelievo supplementare dovuti per il periodo in questione (2 miliardi e 305 milioni di euro)”.
A seguito dei problemi di sovrapproduzione nel mercato lattiero-caseario dell’Ue negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80 e del conseguente aumento dei costi dell’intervento pubblico, nel 1984 l’Ue ha introdotto il regime delle quote latte (oggi non più in essere) per limitare la produzione e trasferire la responsabilità della sovrapproduzione ai singoli produttori e/o ai caseifici nazionali. Nell’ambito delle regole sulle quote latte, ricorda la Corte con sede a Lussemburgo, “se un Paese supera la propria quota annuale, un prelievo monetario sulle eccedenze – ‘prelievo supplementare’ – deve essere versato da tutti i singoli produttori che superano la quota individuale in funzione del proprio volume di sovrapproduzione”.
“Tuttavia, nonostante le ripetute richieste della Commissione, risulta evidente – sostiene la Corte Ue – che le autorità italiane non hanno preso le misure opportune per recuperare il prelievo dovuto dai singoli produttori e caseifici. Ciò compromette il regime delle quote e crea distorsioni della concorrenza nei confronti dei produttori che hanno rispettato le quote e di quelli che hanno preso provvedimenti per pagare gli importi individuali del prelievo supplementare”.