Lunedì, 21 Marzo 2016 13:59
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In audizione sul disegno di legge n. 2224, la Fnomceo ha chiesto di chiarirne l’applicazione alla libera professione “pura”. Essendo esercitata in regime libero professionale privato per oltre il 92% degli odontoiatri italiani, il Presidente Cao Giuseppe Renzo si è concentrato in particolare sull’articolo 7 del provvedimento (Responsabilità della struttura e dell’esercente la professione sanitaria per inadempimento della prestazione sanitaria). L’esigenza di una maggiore chiarezza del testo con riguardo ai dentisti fa il paio con le osservazioni dell’ANMVI destinate alla 12° Commissione Sanità del Senato, relativamente alla professione medico veterinaria privata.
La distinzione fra la responsabilità contrattuale della struttura sanitaria pubblica o privata e quella extracontrattuale del medico che esercita la professione nell’ambito di una struttura pubblica, privata o in rapporto convenzionale “è uno dei cardini del testo approvato dalla Camera dei Deputati”- si legge nel testo dell’audizione. Viene infatti previsto un regime di doppia responsabilità civile, qualificato come responsabilità contrattuale per la struttura – con onere della prova a carico della struttura stessa e termine di prescrizione di dieci anni – ed extracontrattuale per l’esercente la professione sanitaria, con onere della
prova a carico del soggetto che si ritiene leso e termine di prescrizione di cinque anni.
“Dall’esame dell’articolo 7 emerge, tuttavia, che agli esercenti delle professioni mediche in regime di libera attività professionale pura si continua ad applicare il regime della responsabilità contrattuale: la esclusione del libero professionista dalla responsabilità extracontrattuale in ambito civilistico può sembrare punitiva e crea un susseguirsi di eventi che termina danneggiando il rapporto medico-paziente”
L’audizione sottolinea quindi che “la responsabilità del medico e l’atto medico non possono essere valutati in modo diverso a seconda che sia dipendente del SSN o convenzionato o libero professionista” Oggi la libera professione medica e odontoiatrica è sempre più vincolata a standard strutturali e organizzativi definiti a livello delle singole regioni ed è raramente esercitata in uno studio individuale; si è ampliata la gamma delle possibilità di esercitarla in ambiti e ambienti diversi e sempre più spesso i liberi professionisti operano o in strutture private o private accreditate e il rapporto è regolato da un contratto secondo le regole dettate dal codice civile”.
La richiesta è stata quindi di “chiarire se il testo del disegno di legge n. 2224 trovi applicazione in tutti i suoi articoli anche per i medici che esercitano con contratto libero-professionale che operino in strutture private e/o private accreditate”.