Quest’estate è boom di gatti abbandonati. I dati sono allarmanti: tra giugno e agosto a Torino e nella prima cintura si contano circa 300 felini scaricati nei cassonetti, per strada, o dentro a colonie feline nelle quali un micio domestico non è quasi mai in grado di ambientarsi. Ma c’è da scommettere che i numeri siano ancora più alti, siccome parliamo di un animale che durante il giorno, specialmente d’estate, si nasconde un po’ dappertutto. «Siamo di fronte ad un’emergenza preoccupante – dice Marco Bravi, responsabile Enpa di Torino – se da un lato diminuisce il numero dei cani abbandonati, dall’altro aumenta quello dei gatti, che hanno molte meno tutele». Non essendo obbligatorio il microchip, per un proprietario che vuole partire per le vacanze senza micio al seguito è molto più facile sbarazzarsi dell’animale. Perché quest’anno è record di abbandoni? «Perché le adozioni sono poco consapevoli – continua Bravi -. La gente pensa che i mici siano indipendenti e sappiano badare a se stessi, mentre hanno bisogno di cure ed attenzioni».
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Soltanto alle Sfigatte quest’estate sono arrivate oltre 100 segnalazioni di cuccioli di pochi mesi senza una mamma né un padrone, trovati dai residenti per le strade di Torino. Il numero degli adulti è minore: ad oggi sono circa 30 i felini domestici avvistati dalle volontarie dell’associazione mentre vagavano sull’asfalto senza una meta. «In queste settimane capita sempre più frequentemente di trovarci di fronte ad una gatta «liquidata» dai proprietari insieme ai suoi piccoli – dice Laura Bettella, presidente delle Sfigatte – come è capitato alla bellissima Angie, che è in attesa di un’adozione, insieme ad altri trenta cuccioli che abbiamo recuperato durante l’estate». Angie è stata gettata in una colonia felina di corso Grosseto, «Ma le gerarchie qui possono essere crudeli: i mici selvatici sono territoriali e spesso non accettano il nuovo arrivato – spiega Thomas Bottello, medico veterinario -. Per quanto riguarda invece quelli lasciati per strada, riuscire a sopravvivere da soli è molto complicato». E aggiunge: «Se il microchip fosse obbligatorio come per i cani, l’abbandono – punibile dal codice penale – sarebbe più contenuto».
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