Una donna che abita a Rimini, ipovedente, sta per essere condotta al lavoro, come tutti i giorni, al Comune della città malatestiana, quando sul suo percorso incontra però un ostacolo che non si sarebbe mai aspettata: un cane di grossa taglia, a passeggio per le vie della città con il proprio padrone, ha aggredito Mia, il labrador guida della signora non vedente, il quale è stato ridotto in pessime condizioni ed ora non può più aiutare la signora Paola, la quale si ritrova in grave difficoltà.
L’allarme specifico è stato lanciato dall’UICI Nazionale – l’Unione Italiana Ciechi Ipovedenti – la quale ha lanciato l’allarme: questi cani che accompagnano le persone che hanno perso la vita non sono né dei robot né delle macchine perfette e la loro perdita – da parte di un cieco – significa perdere un sincero compagno di vita oltre che la guida lungo i pericoli della vita di una persona che non può vedere nulla con chiarezza.
La situazione che si pone davanti ai ciechi quando incrociano cani pericolosi è estremamente perigliosa, perché non possono anticipare le mosse rapide ed imprevedibili di questi animali.
Proprio per questo l’UICI chiede, come già la legge prevede, che i cani inseriti nella lista degli animali potenzialmenter pericolosi siano accompagnati – in giro per le città, i parchi e le campagne – con il guinzaglio e la museruola; questa legge non è quasi mai rispettata e per questo si chiede una maggiore sensibilità da parte di tutti i proprietari di cane.
L’UICI spera che l’aggressione subita da Paola e dal cane Mia sia l’ultima di una lunga serie di delitti e di violenze contro i cani guida dei non vedenti. Il rispetto verso questi animali deve essere triplo in rapporto a tutti gli altri, perché essi svolgono una funzione sociale all’interno delle famiglie degli ipovedenti che difficilmente delle persone potrebbero assolvere con tanta naturalezza ed in piena autonomia.