In Italia il divieto di commercializzazione i sacchetti per la spesa monouso in plastica è in vigore da anni: la legge è entrata in vigore nel 2012 e il regime sanzionatorio nel 2014. 

A partire dal 1 gennaio 2018 anche i sacchi per frutta e verdura dovranno essere biodegradabili e compostabili secondo la norma UNI EN 13432 e con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40% (che dovrà diventare il 50% dal 1 gennaio 2020 e il 60% da gennaio 2021). 

I sacchi per l’ortofrutta dovranno essere idonei al contatto alimentare e potranno essere ceduti esclusivamente a pagamento. Biodegradabilità, compostabilità e contenuto di materia prima rinnovabile dovranno essere certificati da organismi accreditati. E per chi non rispetta la legge scatteranno multe salate fino a 100.000 euro. 

I sacchi frutta e verdura in MATER-BI di IV generazione, ultima conquista della ricerca Novamont, sono ultraleggeri, resistenti, con un grado di trasparenza nettamente superiore ai sacchi tradizionali. 
Come per i sacchetti per la spesa, i sacchi frutta e verdura, una volta a casa, possono essere utilizzati per la raccolta della frazione organica dei rifiuti. 

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