CANTONE
20.02.2018 – 15:02
Aggiornamento 16:44
Sono quelli che fiutano la droga nascosta. Per l’ottima riuscita sono necessarie due cose: una forte intesa tra agente e animale e l’idea che in fondo sia tutto un gioco
CHIASSO – «Al cane dobbiamo dare l’impressione che stia giocando. Il giorno in cui capisce che sta facendo un lavoro, inizierà a rendere di meno». È una regola che vale un po’ per tutti, ma per i cani evidentemente di più. Ne è convinto Fausto Fedeli, sergente responsabile tecnico cinofilo, che quotidianamente è in compagnia dell’amico più fedele dell’uomo per scovare su tutto il territorio ticinese tracce di sostanze stupefacenti, sigarette, materiale esplosivo, persone finite sotto una valanga, o anche solo per individuare animali protetti e prodotti quali avorio, pellicce e carne selvatica.
Una vita insieme al cane – Sono sette in Ticino i cani in dotazione ad altrettanti “conduttori”, agenti delle guardie di confine. Spesso li vediamo sui treni, all’aeroporto di Agno o in dogana. E ogni agente instaura con l’animale un rapporto molto stretto. «Vivono tutta la loro vita insieme alla famiglia del conduttore, ed essendo cani di lavoro è necessario che vengano rispettate quelle che sono le regole basilari per il loro sviluppo» ci spiega Fausto Fedeli nel video realizzato da Tio/20minuti. Si inizia sin dalla tenera età. Quando il cane ha appena 18 mesi. E una volta che supera i quattro esami annuali, può svolgere il suo lavoro fino all’età dei dieci anni.
Individuare la droga in una tazzina di caffè – L’addestramento è suddiviso in più fasi, ci viene spiegato: «Si parte dalla formazione fino ad arrivare a livelli di difficoltà più alti, come il riconoscimento della sostanza stupefacente all’interno di una tazzina di caffè».
Durante l’addestramento il cane non entra mai a contatto con droghe vere bensì con pseudo droghe, quindi sarà presente solo il principio attivo della sostanza, e questo per non causargli problemi. «Iniziamo con la cocaina che è un acido benzoico, se per esempio fosse utilizzato per prima l’eroina, che è un acido acetico, il cane avrebbe fin da subito una repulsione ad andare verso l’odore» spiega ancora Fausto Fedeli. L’unica sostanza non sintetica utilizzata è l’hashish che non crea problemi al cane.
Gli animalisti a questo punto potrebbero preoccuparsi, ma possono stare tranquilli. Il cane non arriva a ingerire la droga. «I nostri conduttori hanno in dotazione un gel appiccicoso che viene spruzzato in gola al cane nel caso in cui dovesse ingerire una sostanza stupefacente. In questo modo si blocca l’effetto durante il trasporto dal veterinario».
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