Venerdì, 08 Luglio 2016 13:50
E’ pervenuta oggi all’ANMVI la risposta dell’Ente Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise. Il Presidente Antonio Carrara intende “fare alcune precisazioni e smentire le accuse che ci vengono rivolte” in relazione al Piano Antirandagismo 2016. L’ANMVI contesta infatti le modalità di attuazione del Piano, con particolare riguardo alla sterilizzazione chirurgica di cani su mezzi mobili non autorizzabili secondo la legislazione nazionale.
Le autorizzazioni- Il Presidente Carrara rivendica in primo luogo un Piano “autorizzato dai Servizi Veterinari Regionali”, che “non presenta nessuna carenza normativa”. Le Regioni Lazio e Molise “hanno complessivamente autorizzato il Piano, dando anche la possibilità di utilizzare l’ambulanza veterinaria per le sterilizzazioni dei cani, mentre l’Abruzzo, pur non muovendo nessuna criticità all’ambulanza durante il sopralluogo di verifica effettuato dal Dirigente dei serivi veterinari della ASL, ha preferito autorizzare il Piano, in tutte le misure previste sul territorio, prevedendo che le sterilizzazioni, qualora richieste dai proprietari dei cani, verranno effettuate presso Ambulatori veterinari, logisticamente collocati nel territorio”.
Le sterilizzazioni- “Nessun intervento chirurgico viene eseguito sull’automedica, che viene utilizzata esclusivamente per il trasporto del personale, delle attrezzature per l’immobilizzazione meccanica e farmacologica dei cani, del materiale di consumo, dei vaccini e medicinali”, scrive Carrara che con riguardo “alla strumentazione in dotazione all’ambulanza di proprietà dell’ENPA”, scrive che “è perfettamente sovrapponibile a quella in dotazione alla stragrande maggioranza delle strutture fisse veterinarie e il personale che vi opera è pienamente abilitato a farlo. Le sterilizzazioni che verranno effettuate in ambulanza offrono le stesse garanzie di qualità e di buone prassi veterinarie delle strutture fisse, non a caso le Regioni Lazio e Molise ne hanno autorizzato l’utilizzazione per questo specifico progetto”. La sterilizzazione dei cani padronali “verrà effettuata esclusivamente con il consenso dei proprietari, mentre i cani randagi inselvatichiti, qualora vengano catturati, verranno trasferiti nei canili sanitari e seguiranno il percorso previsto dalla normativa vigente”.
La stima dei cani- La nota fornisce aggiornamenti sulle prime due settimane di attività: sono state raggiunte 70 aziende in 5 Comuni del versante laziale del Parco e sono stati vaccinati 268 cani, “di cui 238 erano ignoti all’anagrafe canina”. Quanto a 1000 cani interessati dal Piano, si tratta di “una stima molto realistica e verosimile valutata anche in difetto, ma è riferita esclusivamente ai cani da microchippare e vaccinare e non a quelli da sterilizzare”.
La concertazione con gli Ordini– Secondo il Presidente Carrara, il Piano è il risultato “di una lunga fase di concertazione e pienamente condiviso da tutte le Amministrazioni ed Associazioni che hanno voluto dare il loro contributo costruttivo”. “E’ completamente falso affermare che non sono stati coinvolti gli Ordini dei Veterinari e della FNOVI. Loro rappresentanti hanno partecipato alle riunioni preparatorie, sollevando solo questioni in merito alla tariffazione degli interventi nelle strutture fisse, proponendo delle quotazioni economiche insostenibili per questo progetto e niente altro”.
Per l’attuazione del progetto “non è stato reclutato alcun veterinario”– Nella lettera al Presidente ANMVI è scritto: “I Veterinari che ci lavorano sono dipendenti dell’Ente Parco, consulenti dell’ENPA e volontari dell’Associazione Salviamo l’Orso, tutti comunque con una grande esperienza nel settore e pienamente abilitati ad esercitare la professione”. Carrara ritiene “estremamente grave che una associazione privata di Veterinari insinui il sospetto di esercizio abusivo della professione”.
Trasparenza e fondi- “Tutto il lavoro svolto e da svolgere è tracciabile, come sono tracciabili i microchip forniti dalle ASL competenti e sono tracciabili i farmaci che vengono utilizzati”. Se per rendicontontazione ci si riferisce a soldi pubblici, Carrara scrive che il Piano “non usufruisce di alcun contributo pubblico se non quello relativo all’utilizzo di uomini e mezzi dell’Ente”. I contrbuti arrivano dalle ONLUS ENPA e Salviamo l’Orso “che mettono a disposizione i loro volontari e le loro risorse”.