“Il traffico illegale di animali è uno dei reati che colpisce maggiormente in quanto i cani viaggiano come merce, soprattutto di notte, rinchiusi in scatoloni e borse, nascosti nei bagagli dove rimangono stipati per anche 10 o 11 ore senza bere nè mangiare”, prosegue Stornello. “Purtroppo la sanzione penale prevista per il maltrattamento animali non è ancora incisiva”, sottolinea. In Italia i cuccioli sono messi in vendita in negozi e allevamenti, esposti in fiere itineranti, venduti persino presso i caselli autostradali e su Internet, segnala la Lav, Lega antivivisezione, che sul suo sito web evidenzia come “i cuccioli nascono in allevamenti a conduzione familiare o in vere `fabbriche di cuccioli´, strutture che ospitano decine o centinaia di fattrici per la riproduzione, stabulate in box piccolissimi con cibo solo per sopravvivere. Una volta raggiunti i 30-40 giorni di età, i piccoli sono caricati su camion o furgoni e trasportati nel nostro Paese”.
Un cucciolo su tre muore, spesso dopo essere stato acquistato in negozio. “In questo squallido commercio di animali – sottolinea la Lav – spesso manca il più banale controllo sanitario. Il precoce distacco dalla madre causa poi ai cuccioli traumi affettivi e problemi di salute. Privi delle difese immunitarie, i cuccioli possono contrarre malattie mortali, come il cimurro e la parvovirosi. Persino la rabbia, un pericolo anche per l’uomo”.
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