Roma, 21 marzo 2017 – Cani e gatti, e le famiglie che li ospitano, sono i più tassati. Lo denuncia la Lav, che sottolinea come le famiglie con animali domestici siano costrette a pagare il 22% di IVA su tutte le scatolette, crocchette e per le cure dei quattrozampe. Come se non bastasse, la detrazione fiscale delle spese veterinarie è davvero molto limitata; elevato, invece, il costo dei farmaci veterinari che è in media cinque volte maggiore rispetto al farmaco umano con lo stesso principio attivo.
L’attuale sistema fiscale colpisce almeno 7 milioni di cani e 7,5 milioni di gatti che vivono in famiglia, ai quali vanno ad aggiungersi i tanti pet in canili, rifugi o randagi. Secondo l’indagine Eurispes 2018, il 32,4% degli italiani vive con almeno un animale domestico, ma la percentuale è in diminuzione di oltre il 10% rispetto al 2016. Secondo le stime LAV, inoltre, in Italia si è passati da 36.214 cani adottati nel 2015 a 33.166 cani nel 2016, con una flessione pari all’8,4% in un solo anno. «Il costo della vita per le famiglie rende sempre più difficile anche accudire un animale – spiega Ilaria Innocenti, responsabile LAV Area Animali Familiari – è un dato di fatto, in particolare per tanti nuclei con figli, a basso reddito o con un reddito da pensione, per questo chiediamo al nuovo Governo e Parlamento, alcune misure indispensabili per rendere più facile la vita con gli animali familiari, come i cani e i gatti: riduzione dell’IVA su cibo e cure; più detrazioni su spese veterinarie e farmaci meno costosi per gli animali familiari. Dal 10 marzo sarà possibile firmare la nostra petizione in tante città».
Tre le richieste avanzate dalla Lav nella sua petizione per ‘Un fisco non più nemico dei quattro zampe’: la cancellazione dell’aliquota Iva su prestazioni veterinarie per animali adottati e la riduzione di quella su prestazioni veterinarie e cibo per animali non tenuti a scopo di lucro. Oggi invece si applica un’aliquota IVA del 22%, la stessa di alcuni beni di lusso, cifra ai massimi storici in Italia, come quella di Champagne e automobili. L’abbattimento dei costi sproporzionati dei farmaci veterinari, con il riconoscimento del farmaco generico anche in veterinaria e dell’uso del farmaco-equivalente. Il prezzo del farmaco veterinario, spesso ingiustificatamente alto rispetto gli equivalenti a uso umano, e quello delle prestazioni veterinarie, possono rappresentare degli ostacoli alle terapie, fino a pregiudicare, in alcuni casi, il diritto dell’animale a essere curato e il dovere di chi lo detiene a prestargli la dovuta assistenza.