Ormai è evidente, anche se moltissimi sembra non ci facciano caso: avere un cane è “trendy”. Guai a chi non ne ha uno in casa con cui condividere tutto: una moda che ormai è seguita da un esercito di persone, assolutamente refrattarie ai punti di vista di chi invece considera i cani degli animali, non dei bambini (come spesso vengono definiti). I produttori di cibo per cani, i veterinari, gli allevatori, i supermarket specializzati in alimenti per animali oltre che in cappottini, guinzagli e altri gadget graziosi venduti per allietare la loro giornata, ovviamente ci vanno a nozze.
Nessuno protesta perché i cani generano un enorme business
Ai proprietari, che in alcuni casi sembra sappiano relazionarsi solo con gli animali, fa comodo perché hanno comunque a che fare con un essere vivente, spesso dolce, tenero, morbido come un orsacchiotto di peluche, che accetta passivamente ogni loro atteggiamento, in quanto un cane non può parlare, protestare o rispondere. La domanda sorge spontanea: perché oggi tante persone riversano amore e attenzioni (quasi maniacali) agli animali, mentre disponibilità, curiosità, desiderio di “conoscere” a fondo i propri simili diventano sempre più superficiali e scarsi? Molti sostengono che i cani siano assolutamente migliori delle persone; in realtà, sono molto più comodi da gestire. Basta una buona polpetta, un sasso lanciato lontano da riportare indietro ubbidiente, una carezza sul tenero muso per ricevere in cambio affetto e scodinzolamenti gratificanti: un cane è poco fastidioso, non ha troppe esigenze tranne quella di essere portato fuori per i bisogni, magari sfoggiando un collarino vezzoso.
E guai a manifestare il proprio dissenso, anche in caso di forti motivazioni: per esempio, alcune persone hanno subito dei forti choc da piccoli, riportando come conseguenza un irrazionale e invincibile terrore verso i cani. Molti adulti e bambini sono addirittura allergici al loro pelo, eppure sono costretti a condividere spazi pubblici (bar, ristoranti ecc.) con essi, e guai a protestare se non si vuole essere apostrofati, spesso in malo modo, come “antianimalisti”. È giusto? Comunque sia, sembra che gli animali abbiano più diritti di quanti ne abbia una persona, tanto è vero che le trasmissioni al riguardo sono tantissime, molte di più di quante se ne possono vedere sui senzatetto, tanto per citare un esempio. La verità è che un cane richiede meno energie, è comodo da gestire e in cambio pretende pochissimo.
Un essere umano è più complicato e richiede molte attenzioni
Una persona, invece, necessita del nostro tempo, suscita domande, pretende risposte e considerazione, ci si deve discutere, chiarire, e in certi casi è necessario trasformarsi pure in uno psicologo. Inoltre bisogna sostenerla nei momenti difficili, consolarla quando soffre di malinconia o altri sentimenti negativi; non le basta certo una polpetta e una carezza per accontentarsi. Un essere umano è un enigma, un mistero che va interpretato con impegno e amore, giorno dopo giorno, senza mai stancarsi: una faticaccia che in pochi oggi intendono sostenere, visto che ormai la stragrande maggioranza della gente preferisce il cane o il gatto, piuttosto che approfondire e coltivare i rapporti con i propri simili.
Un grave errore di cui molti non hanno coscienza. Non si tratta di diventare all’improvviso nemici degli animali, tutt’altro: ma non è forse a un essere umano che ci rivolgiamo in caso di necessità? È di un uomo o di una donna che ci innamoriamo, ed è da un essere umano che nasciamo, non da un cane, che resta sì il migliore amico dell’uomo, ma non potrà mai sostituirlo. Il cane è un animale da compagnia e dovrebbe essere finalmente restituito al suo ruolo. Invece, ed è inquietante, lo preferiamo a un nostro simile.