È il Veneto l’ultima Regione ad adeguarsi alle norme comunitarie e dotarsi di un regolamento per disciplinare la sepoltura di animali domestici nel giardino di casa. Ieri la giunta ha approvato all’unanimità la delibera per consentire di interrare in aree private i resti di cani e gatti. Il provvedimento del Veneto regolamenta anche l’istituzione di cimiteri per animali, così come fatto da tempo nelle principali città italiane in assenza di una norma nazionale.
La decisione presa dalla giunta di Zaia si allinea alla mutata sensibilità sociale già recepita da tempo in Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio e da numerosi regolamenti comunali. L’animale domestico è considerato sempre più come un componente della famiglia (da qui viene anche la richiesta del mondo animalista di inserirlo nello stato di famiglia), e anche il momento della sua morte è gestito con una ritualità pari a quella tributata agli umani. Non a caso nei giorni scorsi una nota azienda di servizi funerari, ormai celebre per le sue campagne pubblicitarie ironiche e aggressive, ha lanciato il servizio per tramutare, come per gli esseri umani, le ceneri degli animali in gioielli.
La sepoltura dell’animale nel giardino di casa, però, non può prescindere dall’intervento del veterinario: “A Bologna abbiamo regolamentato le procedure da circa 15 anni – dice Silvano Natalini, direttore dell’unità operativa veterinaria del dipartimento di sanità pubblica – anche perché c’è una norma comunitaria che prevede il seppellimento in terreni privati per gli animali domestici in genere. È indispensabile però che un certificato del veterinario escluda malattie infettive e il proprietario del terreno si accerti che sia adatto”.
Le Regioni vengono così incontro singolarmente alle richieste dei cittadini, mentre, fatte salve “le norme sanitarie per l’eliminazione, la trasformazione e l’immissione sul mercato di rifiuti di origine animale” che riguardano soprattutto gli allevamenti, non esiste una legge nazionale specifica sui criteri e modalità di sepoltura per gli animali d’affezione.
Dove non esistono infatti i cimiteri per i piccoli animali, che sono per altro andati moltiplicandosi nell’ultimo periodo nelle regioni che li hanno previsti, la legge impone ai proprietari di lasciare l’animale domestico al veterinario per procedere alla cremazione. Va da sé che in assenza di regolamenti e luoghi preposti chi non vuole infrangere la legge non ha un luogo dove ricordare il familiare non umano.