Martedì, 06 Ottobre 2015 16:53
Quest’anno il World Rabies Day che la WVA celebra ogni 28 settembre si è chiuso con un comunicato di denuncia della stessa World Vet Association: “A causa delle limitate risorse- è scritto – alcuni Paesi ricorrono a metodi di depopolamento dei cani “che non sono sempre umani”. L’Associazione Mondiale Veterinaria “si oppone fermamente a tali pratiche. Solo l’attuazione di standard di animal welfare, accettati a livello internazionale, portano a un controllo sostenibile della rabbia nei cani”.
La WVA si dice fiduciosa fiducioso che il controllo a lungo termine di questa malattia possa essere consguito “in modo umano ed efficace sia per gli animali e l’uomo”.
L’obiettivo finale di eradicazione dalla rabbia può essere raggiunto lavorando con partner chiave, come gli organismi governativi e non governativi, sia nazionali che nazionali.
La rabbia resta un problema trascurato- denuncia l’Associazione- che provoca dolore e morte in uomini e animali in tutto il mondo. Raggiunge livelli particolarmente importanti nelle economie emergenti dove le misure di sanità pubblica sono inadeguate e dove la promiscuità di randagi e persone senza cure rappresenta la prima fonte di trasmissione della rabbia. Oltre il 90% di tutti i casi umani derivanti da morsi di cane e il 40% dei casi umani che si verificano riguardano bambini.
La malattia può essere sconfitta con la profilassi vaccinale, una consapevolezza che in alcune regioni del mondo – le più povere- stenta ad affermarsi.