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  • L'aggressività tra cani, comprenderla e saperla gestire – Riviera24

    L'aggressività tra cani, comprenderla e saperla gestire – Riviera24

    L’aggressività tra cani è un evento abbastanza frequente e causa un forte stress sia a loro che ai proprietari. Le famiglie multi-cane sperimentano spesso una sorta di rivalità tra i componenti del gruppo sociale, con brevi liti e disaccordi, ma di solito sono lievi e si verificano raramente, riuscendo a mantenere un livello di comfort che consente a tutti di vivere in sicurezza.

    Se invece la violenza tra cani si verifica regolarmente e uno o più di loro vengono feriti, la separazione e la gestione ambientale costante è uno dei modi più efficaci per affrontare il problema. Nei casi più gravi, dovrebbe essere assolutamente presa in considerazione l’adozione presso un’altra famiglia. Alcuni cani non si trovano a loro agio nelle famiglie multi-cane e sono più felici di essere “figli unici”. Ciò elimina lo stress di tutti i membri della famiglia e consente una vita più armoniosa.

    Perché alcuni cani sono aggressivi? L’aggressività si può verificare perché un cane non è socializzato o ha avuto un’esperienza traumatica che gli fa temere la presenza di un altro cane. Alcuni potrebbero essere più protettivi delle risorse che ritengono importanti per la loro sicurezza, comodità e sopravvivenza come: cibo, luoghi, giocattoli e altri oggetti, persone e territorio.

    Devo punire un cane aggressivo? Evita di punire o intimidire un cane che sta mostrando aggressività.

    Se un cane al guinzaglio si fa aggressivo verso un altro cane che cammina e riceve una punizione, non solo impara a temere la persona che lo punisce, ma vede anche la presenza dell’altro cane come innesco per quella punizione, che lo renderà ancora più insicuro e capace di aggredire di nuovo la prossima volta.

    Se invece gli viene insegnato che gli accadono cose buone quando vede un altro cane, tramite un comportamento attivo diverso dall’aggressione, allora inizierà a sviluppare sentimenti positivi per ogni cane che si avvicina e sentirà meno il bisogno di aggredire.

    Educatore cinofilo Luca Suman

    http://evoluzionecinofila.blogspot.com

    evoluzionecinofila@gmail.com

    https://m.facebook.com/maluevoluzionecinofila

    Tel. 3401447161

  • L'aggressività tra cani, comprenderla e saperla gestire – Riviera24

    L'aggressività tra cani, comprenderla e saperla gestire – Riviera24

    L’aggressività tra cani è un evento abbastanza frequente e causa un forte stress sia a loro che ai proprietari. Le famiglie multi-cane sperimentano spesso una sorta di rivalità tra i componenti del gruppo sociale, con brevi liti e disaccordi, ma di solito sono lievi e si verificano raramente, riuscendo a mantenere un livello di comfort che consente a tutti di vivere in sicurezza.

    Se invece la violenza tra cani si verifica regolarmente e uno o più di loro vengono feriti, la separazione e la gestione ambientale costante è uno dei modi più efficaci per affrontare il problema. Nei casi più gravi, dovrebbe essere assolutamente presa in considerazione l’adozione presso un’altra famiglia. Alcuni cani non si trovano a loro agio nelle famiglie multi-cane e sono più felici di essere “figli unici”. Ciò elimina lo stress di tutti i membri della famiglia e consente una vita più armoniosa.

    Perché alcuni cani sono aggressivi? L’aggressività si può verificare perché un cane non è socializzato o ha avuto un’esperienza traumatica che gli fa temere la presenza di un altro cane. Alcuni potrebbero essere più protettivi delle risorse che ritengono importanti per la loro sicurezza, comodità e sopravvivenza come: cibo, luoghi, giocattoli e altri oggetti, persone e territorio.

    Devo punire un cane aggressivo? Evita di punire o intimidire un cane che sta mostrando aggressività.

    Se un cane al guinzaglio si fa aggressivo verso un altro cane che cammina e riceve una punizione, non solo impara a temere la persona che lo punisce, ma vede anche la presenza dell’altro cane come innesco per quella punizione, che lo renderà ancora più insicuro e capace di aggredire di nuovo la prossima volta.

    Se invece gli viene insegnato che gli accadono cose buone quando vede un altro cane, tramite un comportamento attivo diverso dall’aggressione, allora inizierà a sviluppare sentimenti positivi per ogni cane che si avvicina e sentirà meno il bisogno di aggredire.

    Educatore cinofilo Luca Suman

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  • Barivel, il gatto più lungo del mondo, star del Festival dei Gatti. FOTO – Affaritaliani.it

    Barivel, il gatto più lungo del mondo, star del Festival dei Gatti. FOTO – Affaritaliani.it

    di Lorenzo Zacchetti

    Si è svolta con grande successo la terza edizione del Festival dei Gatti, organizzata da Noctua Eventi presso l’affascinante location di Villa Castelbarco, a Vaprio d’Adda. Dai Siberiani ai Canadian Sphynx, dai Maine Coon ai Blu di Russia, dai Bengala ai Ragdoll, i numerosi visitatori hanno potuto ammirare da vicino gli esemplari più affascinanti delle diverse razze, per poi sbizzarrirsi con tutti i generi di prodotti per gli amanti dei gatti: oggettistica, pittura, scultura, fotografia e artigianato, ma anche performance teatrali, libri, convegni e tavole rotonde.

    Il filo conduttore della manifestazione, sponsorizzata dall’azienda del settore pet-food Prolife, è stata la sensibilizzazione sul problema dell’abbandono. Tra le diverse associazioni hanno partecipato al Festival dei Gatti, uno stand è stato dedicato ai gatti disabili, reduci da incidenti o malattie, altrettanto desiderosi d’affetto familiare.

    Tra tanti meravigliosi animali, la star dell’evento è stato senza dubbio Barivel, un Maine Coon che vive a Vigevano con i suoi “genitori adottivi” Cinzia Tinnirello ed Edgar Scandurra e che lo scorso maggio è stato premiato dal Guinness dei Primati come il gatto più lungo del mondo: con il suoi 120 cm di lunghezza (per 9 kg di peso) è il gatto domestico vivente che ha battuto ogni record.

  • Gli amici a quattro zampe conquistano il digitale – Italia Oggi

    Gli amici a quattro zampe conquistano il digitale – Italia Oggi

    cani

    Cresce l’attenzione verso gli animali, anche perché moltissime famiglie italiane ne posseggono uno o più, e si diffondono piattaforme digitali dedicate a loro, come servizi per i proprietari di cani e gatti, social network e siti specializzati. Anche il mondo del crowdfunding si occupa sempre più dei pet, mettendo a disposizione la possibilità di raccogliere fondi online per realizzare dei progetti legati agli animali, che vanno dall’invenzione di dispositivi innovativi per la loro cura a iniziative per migliorare le condizioni di vita nelle strutture di accoglienza o per salvaguardare ecosistemi a rischio o specie in via di estinzione.

    Il crowdfunding a sostegno degli animali. Una novità recente è il lancio da parte della piattaforma di crowdfunding Eppela di una sezione (chiamata Pet Friends) per sostenere chi ha a cuore gli animali e ha in mente un’iniziativa dedicata a loro. Per farlo occorre registrarsi sul sito e seguire le istruzioni presenti nella sezione: in caso di raggiungimento dell’obiettivo prefissato dai singoli progetti (in termini di raccolta dei fondi), che saranno supportati da un kit apposito e da una consulenza, Eppela metterà a disposizione di tutti un buono spendibile in una nota catena di pet store pari al 10% del totale raccolto.

    Per ogni call (ne sono previste quattro durante un anno, con le prime che partono a settembre 2018 e le ultime che si concluderanno ad aprile 2019) saranno presenti su Pet Friends cinque progetti da supportare, ognuno di quali riceverà da Eppela delle T-shirt Pet Friends da poter corrispondere ai propri sostenitori. Si possono proporre progetti di salvaguardia di specie in pericolo di estinzione e dei relativi ecosistemi, o per il miglioramento delle condizioni di vita all’interno di strutture di accoglienza, per lo sviluppo di dispositivi innovativi per la cura dei pet e persino per iniziative legate al proprio animale o di quello di un conoscente. La piattaforma funziona con un meccanismo reward-based: questo significa che un’offerta è una forma di sostegno a titolo gratuito, che non dà diritto a forme di proprietà intellettuale o di compartecipazione economica a qualsiasi utile derivi al progettista da uno sviluppo successivo della sua idea in un’impresa; invece, si possono ricevere ricompense, per esempio prodotti (come appunto le magliette), biglietti per spettacoli e altro.

    Un’altra piattaforma attraverso cui supportare iniziative a favore degli animali è Produzioni dal Basso, su cui si può caricare qualunque tipo di progetto e proporlo. In questo caso c’è una sezione dedicata ad ambiente e animali e si possono offrire ricompense per ringraziare i sostenitori.

    Rivolto principalmente all’ambiente è invece Ecomill che dà ai promotori di una nuova iniziativa imprenditoriale nel settore ambientale la possibilità di raccogliere capitale e a cittadini e aziende l’opportunità di finanziare e partecipare al progetto d’impresa anche con un investimento minimo, con la formula dell’equity crowdfunding (disciplinato in Italia da regolamento Consob).

    Il mondo digitale mette al centro i pet. Le iniziative digitali che ruotano intorno a cani e gatti e ai loro proprietari si stanno moltiplicando in varie direzioni. Per esempio ci sono social network che mettono in contatto gli amanti degli animali, come BePuppy, dove è possibile condividere foto e video, cercare dog e cat sitter, veterinari, educatori e altri professionisti nella propria città, adottare animali a distanza, scoprire luoghi pet friendly, come hotel e ristoranti. C’è anche un sistema di alert per risolvere le emergenze: per esempio gli utenti possono comunicare di aver smarrito un cane o la presenza di bocconi avvelenati, avvisando tutte le persone vicine all’area interessata. La piattaforma è aperta anche a volontari e associazioni non profit che cercano sostegno per la cura, l’adozione e la salvaguardia degli animali.

    Diversi sono poi i portali per organizzare viaggi con gli amici a quattro zampe, come Trip For Dog, un motore di ricerca e comparazione dei prezzi per trovare le strutture che accettano i cani, consentendo di confrontare e trovare hotel, case vacanza, ristoranti ma anche musei, spiagge, piscine, con informazioni utili come i documenti necessari per recarsi con un animale all’estero e relative ai trasporti quali treni, aerei, traghetti o mezzi pubblici.

    Anche il settore assicurativo si sta muovendo online con proposte ad hoc: da poco per esempio è nato, dalla partnership tra Sara Assicurazioni e Yolo (che svolge l’attività di intermediazione assicurativa esclusivamente in modalità digitale), Yolo MiFido, un prodotto che consente di proteggere il proprio animale domestico quando e per quanto tempo si vuole, attivando l’offerta direttamente dal sito o dall’app, con la possibilità di pagare il premio su base mensile e di interrompere il contratto quando si desidera.

    La soluzione prevede il rimborso delle spese per intervento chirurgico, per cure mediche a seguito di infortunio e malattia, per le spese funerarie e per quelle legate alla ricerca in caso di uno smarrimento dell’animale.

    Sono disponibili due pacchetti: Silver, che copre le spese veterinarie ed è indicato per chi possiede la rc capofamiglia (che tutela invece i danni che l’animale può causare a terzi) e Gold, che oltre alle spese mediche copre anche i danni che il cane o il gatto possono provocare (responsabilità civile e tutela legale).

    E visto che ultimamente si comincia a parlare anche dei benefici di portarsi il cane sul posto di lavoro, Purina, brand di prodotti per animali domestici, ha lanciato un progetto per supportare le realtà che intendono consentire la presenza degli amici a quattro zampe in ufficio. Sul sito, nella sezione dedicata a Pets at Work Alliance, è possibile infatti scaricare dei kit, uno destinato ai dipendenti che vorrebbero proporre all’azienda un programma per portare il cane al lavoro e uno per le imprese che vorrebbero farlo, spiegando i vari passi, come il coinvolgimento dei colleghi, l’organizzazione di una giornata di prova, la messa a punto di spazi dog friendly, le polizze assicurative necessarie e le valutazioni comportamentali da effettuare, la definizione di aree in cui gli animali possono e non possono entrare, e altri materiali e risorse, in base anche alla dimensione dell’impresa.

    © Riproduzione riservata

  • Bob Martin Dog Run, la corsa per i runner ei loro amici a 4 zampe – Runner's World

    Bob Martin Dog Run, la corsa per i runner ei loro amici a 4 zampe – Runner's World

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  • Perché il gatto marca il territorio? – Petpassion.tv

    Perché il gatto marca il territorio? – Petpassion.tv

    Come mai il gatto sente il bisogno di marcare il territorio? Esiste un modo per farlo smettere? Scopriamolo insieme.

    Il comportamento di marcatura del territorio del gatto è uno dei quei comportamenti normali dell’etogramma del gatto che può risultare fastidioso per il proprietario. Per il gatto è fisiologico e normale, soprattutto in determinate circostanze, marcare il territorio: fa parte del normale linguaggio dei gatti. Ma il problema è che alcune di queste forme di marcatura possono creare problemi ai proprietari: gli umani sgridano i gatti, aumentano i livelli di ansia dei mici, questi si sentono spinti a marcare di più e si crea un circolo vizioso.

    Marcatura del territorio: scopo

    Gli scopi della marcatura territoriale del gatto possono essere diversi. Quello più importante e immediato è dire a tutti gli altri gatti e animali che quel territorio è suo. Indipendentemente dal modo con cui attua la marcatura, il gatto lascia il suo odore e i suoi ferormoni su quell’oggetto o persona, una sorta di firma per indicare che appartiene a lui, che lui è stato lì e che quel territorio/persona/risorsa è suo.

    Talvolta, invece, nei gatti il comportamento di marcatura ha una finalità di auto-tranquillizzazione: è il caso di gatti che graffiano continuamente mobili, tende o porte. Se il gatto si sente stressato o è in ansia per qualche motivo, il fatto di rilasciare i suoi ferormoni potrebbe contribuire ad auto-rilassarlo. C’è poi il caso particolare dei gatti interi non sterilizzati: questi ultimi si sentono spinti a marcare per difendere territorio e partner. E per indicare agli altri gatti la loro disponibilità all’accoppiamento.

     Come fa il gatto a marcare il territorio?

    Ci sono diversi modi con cui il gatto può marcare il territorio o una persona:

    • strusciandosi: le ghiandole intorno alla bocca del gatto sono ricche di ferormoni. Quando il gatto si struscia su un oggetto o sulle nostre gambe, sta rilasciando il proprio odore e i propri ferormoni, in modo da ribadire a tutti che quell’oggetto o quella persona appartengono a lui. Ed è anche un modo per il gatto di ricordarsi che quella parte di territorio è già stata esplorata ed etichettata come priva di pericoli;
    • graffiando: tipica la graffiatura di mobili, tende o porte. Anche in questo caso il gatto rilascia il suo odore;
    • urine: la marcatura urinaria è tipica dei gatti non sterilizzati. Tuttavia, in assenza di malattie sistemiche, potrebbe anche indicare che il gatto sta lasciando un odore particolarmente forte per indicare ad altri gatti che quella casa è sua.

    Come evitare che il gatto marchi il territorio?

    Ma come evitare che il gatto marchi il territorio? L’istino del gatto a marcare il territorio è qualcosa di difficile da eliminare del tutto. Il linguaggio dei gatti è composto anche da marcature, per cui per loro è normale comportarsi così. Bisogna come prima cosa capire perché il gatto si comporti in quel modo.

    • Se il gatto non è sterilizzato, finché non procederete con l’operazione, si sentirà sempre in dovere di marcare tutto. Tuttavia, anche gatti sterilizzati continuano a marcare in casa: se il gatto vive solo in casa, ma all’esterno ci sono parecchi altri gatti che marcano a loro volta, è quasi impossibile impedire al gatto di non lasciare il suo odore in casa, stimolato continuamente dai gatti che vivono fuori casa.
    • Se il gatto marca per una forma di ansia o stress da convivenza con troppi gatti in un ambiente ristretto, bisognerà cercare di modificare le interazioni fra i soggetti e aumentare le risorse. Questo vuol dire aumentare il numero di lettiere e ciotole, posizionare più cucce in posti tranquilli o risolvere il problema del sovraffollamento evitando di continuare a prendere gatti quando lo spazio non è più disponibile per garantire loro una tranquilla convivenza.
    • In caso di marcature urinarie, è sempre bene far controllare gatto e urine dal veterinario: la maggior parte di esse, infatti, non sono marcature comportamentali, bensì segnali di infiammazioni delle vie urinarie.

    Il micio casalingo tende a imparare da solo le buone maniere. Se però si dimostra poco ricettivo e, invece di seguire il buon esempio, si fa le unghie sul divano, scala le tende della sala e gratta le porte, allora è bene capire come comunicargli il tuo disappunto e dirottarlo verso il comportamento che ritieni più accettabile…

    Continua a leggere l’argomento!

  • Pitbull sbranarono il cane Proprietari denunciati – Trentino

    Pitbull sbranarono il cane Proprietari denunciati – Trentino

    TRENTO. Avrebbero lasciato liberi sulla ciclabile, a Grumo, i propri bitbull; i tre cani avrebbero ucciso poi un cagnolino, Ciuffo, provocando una ferita alla sua padrona e causando alla stessa anche una malattia, in seguito allo shock subito. Terribile l’accaduto: vedere massacrato il suo cucciolo. Due giovani residenti a San Michele all’ Adige andranno a processo con l’accusa di uccisione di animale e lesioni personali colpose. Era sera, un anno fa, quando una residente di San Michele all’Adige stava passeggiando, con il proprio cagnolino, Ciuffo, lungo la pista ciclabile di Grumo. La donna teneva il cane al guinzaglio. Ad un certo punto, la signora si sarebbe vista piombare addosso tre pitbul, i quali avrebbero iniziato ad attaccare briga con il suo cagnolino, un meticcio di tre anni, del peso di cinque chili appena. I cani in questione erano liberi e senza museruola. Lo erano in un comune, San Michele, che per quel tipo di animali (pitbull) prevede l’obbligo di museruola. I cani sciolti hanno iniziato a sbranare il piccolo meticcio. La donna, nel tentativo di fermare quella zuffa fra animali e salvare il proprio cucciolo, sarebbe finita a terra ferendosi ad una gamba. Il meticcio Ciuffo, dopo l’aggressione, era fuggito, mentre lungo la ciclabile stavano arrivando anche i due proprietari dei tre cani lasciati liberi. Incuranti della signora, a terra, dolorante ed in stato si shock, i proprietari dei tre cani non si sarebbero fermati a prestare soccorso, ma avrebbero raggiunto, incuranti dell’accaduto, i propri animali. La donna finita a terra era riuscita ad alzarsi con grande fatica e, con uno sforzo altrettanto grande, era riuscita ad arrivare alla propria abitazione. Davanti alla porta di casa, una scena terribile: il cagnolino, che si era trascinato fin lì, era in una pozza di sangue. Quella atroce visione la signora non l’avrebbe più dimenticata, continuando a riviverla nei propri sogni, fino a dover ricorrere anche ad un percorso di psicoterapia. A casa la signora era stata soccorsa dal marito, mentre il cagnolino, agonizzante, veniva portato dai parenti dal veterinario. Le condizioni dell’animale erano apparse subito critiche. Il cagnolino non è sopravvissuto all’intervento. La sua proprietaria, per molto tempo, non era riuscita più a tornare nella propria casa, temendo di poter incontrare le bestie che avevano ucciso il suo cagnolino. La donna è rimasta scioccata dall’accaduto. In paese l’aggressività di quei pitbull sarebbe nota. Molte le segnalazioni. (f.q.)

  • Quelli che mettono nel sacchetto i bisogni dei cani e poi li lasciano … – Il Messaggero

    Quelli che mettono nel sacchetto i bisogni dei cani e poi li lasciano … – Il Messaggero

    C’è chi raccoglie gli escrementi del suo cane, chi invece se ne infischia e li lascia in mezzo alla strada. Poi c’è una terza categoria, sempre più numerosa: quella dei padroni di cane che gli escrementi li tirano su con l’apposito sacchetto ma poi, anziché cercare un cestino per gettare il tutto, decidono di abbandonare sul marciapiede la bustina e il suo imbarazzante contenuto. Interpretare il loro comportamento non è facile. Queste persone evidentemente trovano un piacere ne rispetto solo formale delle regole, tanto da sottoporsi con diligenza al non piacevole rito della raccolta manuale della cacca. Viene in mente quel personaggio di Verdone che esibiva pistola e porto d’armi (“io ciò questa, e chi me l’ha data? me l’ha data questo”), anzi forse il paragone giusto è con quei ragazzi di Napoli che girano in motorino con il casco sull’avambraccio anziché in testa, “così se mi ferma il vigile ce l’ho”. La moda di buttare in strada il sacchettino ripieno di deiezioni canine si sta diffondendo, e le conseguenze si possono immaginare nella capitale del Paese in cui, secondo le statistiche, il numero dei cani ha superato quello dei bambini.

    pietro.piovani@ilmessaggero.it © RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Sente alcuni lamenti per strada e scopre due gatti infilati dentro una … – Lecceprima.it

    Sente alcuni lamenti per strada e scopre due gatti infilati dentro una … – Lecceprima.it

    LECCE – Storie ordinarie di scarso amore per gli animali, frutto a volte di ignoranza, altre di cattiveria pura. E se a Leverano è intervenuto l’Enpa per strappare due cani alle cure a dir poco scarse del proprietario, quest’altra storia arriva da Lecce e parte da una segnalazione di una lettrice. La quale, non senza sorpresa, ha fatto ieri una scoperta incresciosa: due gatti infilati in un sacchetto di plastica gettato per terra, fra le ruote delle auto parcheggiate. Un gesto che definire barbaro è riduttivo.

    Qualcuno, forse per insano divertimento, o semplicemente per un odio personale nei confronti dei felini che girano liberi in zona, nel rione San Lazzaro ha deciso di sbarazzarsi così dei due poveri animali che, probabilmente, sarebbero morti, se non avessero trovato soccorso del tutto casuale nelle mani della donna.

    Il fatto, spiega, è avvenuto ieri sera, fra le 19,30 e le 20, in via Achille Carducci. E’ una stradina più interna del rione, San Lazzaro di Lecce, che collega via Giovanni Gentile con via Giuseppe Desa. Lei era a spasso con il suo cane, quando l’attenzione è stata richiamata da alcuni lamenti. Ha scoperto in breve che provenivano da una busta chiusa, con un solo buco molto piccolo. Era stata posata accanto a un’autovettura e dentro c’era una seconda busta, dalla quale sbucava la testa di un gatto.

    La donna racconta di aver provveduto immediatamente a chiamare la polizia locale, la quale, però ha riferito che le guardie zoofile non sarebbero potute arrivare. Probabilmente non in tempi brevi. Così, non ci ha pensato un istante e ha provveduto personalmente ad aprire la busta. E qui la sorpresa è stata doppia: dentro c’era un altro gatto. Entrambi, una volta liberi, si sono rifugiati in un giardino vicino.

    “Vi scrivo per segnalare questa situazione affinché la gente possa venire a conoscenza dell’esistenza di esseri così spregevoli”, scrive la donna. “Spero che l’informazione riesca veramente a far cambiare le cose”, conclude. E noi tutti ci speriamo. Ma sappiamo che è una battaglia complessa, contro l’ottusità e l’intolleranza di chi non sa covare nient’altro che rancore nel proprio cuore.