Venerati sin dall’antico Egitto, fidi compagni di artisti e personaggi famosi, i gatti hanno conquistato un posto di primo piano nelle case degli umani. Al contrario dei “colleghi” cani, questi animali domestici non sembrano particolarmente interessati a comunicare con i propri padroni e ognuno di loro sviluppa un linguaggio personale per interagire con gli umani. Nella giornata internazionale del gatto, che si celebra proprio oggi, ecco 10 cose da sapere su questi affascinanti animali da compagnia.
Venerazione secolare
I gatti sono presenti da sempre nella vita quotidiana degli esseri umani. Ad esempio erano ampiamente venerati nell’antico Egitto, i gatti venivano preparati per essere sepolti insieme ai loro nobili padroni. Secondo Express.co.uk in un’asta del 1890 tenutasi a Liverpool furono venduti ben 180.000 gatti mummificati.
Parametri vitali
Un gatto in salute ha una temperatura corporea compresa tra i 38,5°C e i 39°C. “I segnali che devono preoccupare il padre di un gatto è l’aumento di ingestione di liquido, dato che non hanno bisogno di bere molto grazie a un sistema renale molto attivo”. Un altro segnale da non sottovalutare è il vomito ripetuto o la diminuzione dell’assunzione del cibo. “Il gatto mostra più tardi di star male al contrario dei cani: quindi bisogna far molta più attenzione”.
Vaccinazioni
In Italia non esistono vaccini obbligatori per i gatti, ma secondo la dottoressa Monica Pais, medico veterinario della Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, è consigliabile farne alcune molto importanti nel primo anno di vita. “È bene vaccinare il cucciolo per le virosi respiratorie e per la panleucopenia, la classica gastroenterite del gatto. Dopo di ché, se il gatto entra in contatto con altri suoi simili, è necessario fare un vaccino che li protegga da malattie retrovirali come la FeLV, leucemia felina”. La dottoressa Pais aggiunge che questi trattamenti sono indispensabili per il primo anno di vita del gatto, ma che se non hanno altri contatti con altri gatti, si può diradare la somministrazione a ogni 2-3 anni.
Come conquistare la fiducia del gatto
“La medicina comportamentale del gatto muove i primi passi – spiega Pais – e quindi sappiamo che molte delle credenze sui modi di conquistare la fiducia di un gatto sono solo leggende metropolitane”. Ad esempio si crede che avvicinandosi a loro, stringendo gli occhi e poi distogliendo lo sguardo, sia utile per instaurare un clima di fiducia. “Il gatto ha un pattern comportamentale molto complesso – sottolinea l’esperta – dato che le pupille dilatate indicano paura o perplessità, si è iniziato a credere che tenere gli occhi chiusi aiuti nel primo contatto. Invece è importante modulare il tono della voce e tranquillizzarlo prima di toccare il cucciolo o il gatto adulto”.
Qual è il modo migliore di comunicare con i gatti?
C’è chi dice che utilizzare il contatto col naso dei gatti è un buon modo per comunicare, ma non ci sono conferme scientifiche di questa teoria. “I gatti sono individui difficili da codificare – afferma Pais – sebbene ogni proprietario sappia ‘capire’ il proprio animale. A volte si cade nell’errore di interpretare gli atteggiamenti del gatto con quello che conosciamo dei cani. Ma sono specie completamente diverse nelle espressioni. Per esempio un cane che scodinzola in genere è contento, un gatto che muove la coda invece è molto agitato o irritato”.
Perché i gatti dormono sempre
“I gatti passano molte ore al riposo perché sono cacciatori temibili, e questa cosa gli è rimasta nonostante la moderna vita molto più sedentaria. Quindi tesaurizzano il riposo per avere le energie necessarie per cacciare”. Inoltre, aggiunge Pais, “il gatto in natura ha abitudini notturne, per questo di giorno dorme, mentre di notte è molto attivo”.
Il significato delle fusa
Le fusa non sono sempre un buon segnale. Infatti, se solitamente questo è il loro modo di far intendere agli umani la gioia o uno stato di benessere, a volte i gatti possono usare questo suono per manifestare il dolore. “Conoscere bene il proprio gatto è fondamentale per distinguere i due casi – spiega il medico – a volte il gatto ronfa per tranquillizzare se stesso quando ha subito un trauma. Certo se hanno molto dolore non fanno le fusa, ma nella nostra clinica abbiamo visto anche gatti in fase terminale fare le fusa”.
Alimentazione
Il menu del gatto non è molto vario perché si tratta di “carnivori obbligati”. “Mangiano proteine pure e per questo le crocchette dei gatti sono più appetibili per i cani. Nelle loro ci finisce un po’ di tutto. Alimentare un gatto è complicato, perché hanno esigenze alimentari molto più severe, come ad esempio la presenza obbligata di taurina nei loro pasti”. Ci sono anche cose che è bene evitare, come ad esempio la cioccolata, “che contiene alcaloidi che possono anche essere mortali”. “Ma non parlerei di divieti alimentari – specifica Pais – quanto di attenzione alla singola dieta dell’animale”.
Pet Therapy
L’apporto benefico della pet therapy esercitata coi gatti è stata dimostrata anche sui pazienti affetti da demenza, per il trattamento di depressione e della schizofrenia. I principali effetti, documentati anche da uno studio condotto da Paul e Ariella Cherniack per l’istituto statunitense National Center for Biotechnology Information, sono legati alla diminuzione del senso di isolamento e della noia. Inoltre, lo stesso studio ha documentato che questa terapia può contribuire all’abbassamento della pressione. “La pet therapy è la terapia che gli animali ci fanno ogni volta che torniamo a casa facendoci le feste – puntualizza Pais – si tratta di un ansiolitico naturale. Avere un gatto o un animale domestico è come avere un bambino che resta piccolo per sempre: aiuta a focalizzarsi su nuovi obiettivi, riempe la sfera emotiva senza avere grandi pretese e garantendo la sua presenza”.
Il primo gatto nello spazio
I gatti sono arrivati anche nello spazio. Il primo esemplare ad aver compiuto un volo a bordo di un razzo si chiamava Félicette e fu mandato in orbita nel 1963. Come riporta IBTimes, la gatta fu issata in cima a un razzo Véronique AGI 47 in Algeria e spedita a 157 km di quota, dove sperimentò per 5 minuti l’assenza di peso. Il lanciò servì per sperimentare gli effetti dell’assenza di gravità sugli animali. Félicette fu addestrata ai voli spaziali insieme ad altri 13 felini, sottoposti alle centrifughe come quelle degli astronauti umani. La loro attività neurologica veniva monitorata con speciali elettrodi. La sua missione ebbe successo ma i ricercatori l’addormentarono diversi mesi dopo il suo ritorno per studiare i dati prodotti dagli elettrodi impiantati nell’animale. Il suo contributo alla scienza del volo spaziale restò comunque fondamentale.